Regione, la manovra che condanna gli enti in difficoltà

«Quello approvato dalla maggioranza del Governo Crocetta non è un esercizio provvisorio tecnico». Lo afferma il deputato regionale Girolamo Fazio, capogruppo del gruppo Misto all´ARS sostenendo tra l´altro che: «A non voler guardare al bicchiere mezzo vuoto, la manovra approvata reca un unico aspetto parzialmente positivo, e sottolineo il parzialmente: l´impegno dei fondi per il rinnovo dei contratti ai lavoratori precari, anche se solo fino ad aprile. Benché con rammarico, per il breve lasso di tempo di proroga che non cancella alcuna delle incertezze e delle preoccupazioni che occupano la mente della vasta platea dei lavoratori precari, ho votato positivamente questa singola norma».
«Ho scelto invece di astenermi sul complesso della manovra – afferma Fazio – perché per molti aspetti nulla ha di provvisorio, consegnando invece scelte che sono “politiche” anziché tecniche. Mi riferisco, per esempio ai fondi destinati agli enti culturali e ad altri organismi economici che saranno distribuiti solo tra quelli decisi dalla maggioranza, con immotivata esclusione di altri che hanno pari emergenze di bilancio. Mi permetto definirla una mini tabella H di matrice governativa».
«Non ho intravisto in questo esercizio provvisorio – continua Fazio nella sua analisi critica – una minima indicazione di prospettiva che innescasse percorsi virtuosi; per esempio, riferendomi ancora ai precari, la prescrizione per gli Enti Locali di definire nelle loro piante organiche il deficit di personale per cominciare a pianificarne la stabilizzazione. Questo Governo non ha fatto altro che prorogare le emergenze figlie della politica del passato in taluni casi creandone delle altre, come nel caso dello scioglimento delle province regionali o della approssimativa gestione del ciclo dei rifiuti».
Conclude il deputato Fazio: «Avrei voluto ascoltare dal presidente Crocetta o da qualsiasi altro esponente del Governo, benché la sessione fosse dedicata all´esercizio provvisorio, una netta presa di posizione sulla ormai famosa questione dell´articolo 38 del decreto “Sblocca Italia” che dà il via libera in Sicilia e nel Canale di Sicilia alle perforazioni e alle piattaforme petrolifere. Mentre già cinque altre regioni hanno predisposto o addirittura presentato ricorso alla Corte Costituzionale, dalla Sicilia, nonostante ordini del giorno dell´ARS e prese di posizioni nettamente contrarie che attraversano trasversalmente maggioranza ed opposizione, si alza un assordante connivente silenzio con il governo nazionale. Anche la questione dei fondi PAC, scippati alla Sicilia, sembra essere caduta avvolta nelle nebbie di questo inconcludente Governo».

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