Un nuovo Comune a Trapani? Il Consiglio dice sì

Con 11 voti a favore, 8 contrari ed 1 astenuto, il consiglio comunale di Trapani, ha dato il proprio parere favorevole alla “variazione territoriale” delle frazioni a Sud, che vedrebbe la formazione di un nuovo comune. Il comune autonomo sarebbe composto dalle attuali frazioni di Fontanasalsa, Guarrato, Rilievo, Locogrande, Marausa, Palma, Salinagrande e Pietretagliate.
Esultano i rappresentanti dell’Associazione Misiliscemi e quanti hanno finora sostenuto la causa della “scissione”, mentre alcune forze politiche e associazioni manifestano preoccupazione e contrarietà. Chi si è battuto per questo primo passo, parla di un progetto politico-amministrativo che rappresenterebbe una svolta per la popolazione residente delle frazioni a sud di Trapani. Gli obiettivi sono l’autodeterminazione, ovviamente; la riqualificazione del territorio, adottando piani regolatori, piani di edilizia popolare etc “a misura delle sue esigenze e senza che vengano calate dall’alto”; la programmazione di interventi che migliorino la qualità della vita della comunità, “uscendo da anni di abbandono, di assenza di programmazione e di emarginazione”; l’autonoma gestione della politica economica, finanziaria e sociale. «Per la popolazione di questo nuovo Comune di Misiliscemi – si legge in una nota –, aver garantito la gestione dell’ordinario è già di per se una autentica rivoluzione, abituati, a vivere nel più completo abbandono».
Tra i contrari, si annovera il coordinatore provinciale di Forza Italia, Antonio D’Alì, secondo cui quella espressa dal consiglio comunale è «scelta anacronistica e irresponsabile, in un periodo come quello che stiamo vivendo nel quale bisogna pensare a tagliare gli enti pubblici e le loro partecipate per risparmiare». Per l’associazione “A Misura d’Uomo”, invece, «il voto del Consiglio Comunale, benché affatto determinante e meramente consultivo, prova, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la inadeguatezza dell’attuale classe dirigente a far fronte ai problemi della cittadinanza». Il motivo? Secondo l’associazione ai continui e notevoli disagi manifestati dagli abitanti delle frazioni non si può rispondere avallando una scissione: una decisione del genere, infatti, «può solo significare la mancanza di volontà e capacità di proporre e stimolare soluzioni e politiche di sviluppo, cioè di fare ciò per cui si è eletti e si percepisce quel gettone di presenza dal quale non ci si separa mai, anche al costo di separare territori e comunità».
“A Misura d’Uomo”, che ha manifestato con un sit in davanti Palazzo Cavarretta (in foto), proponeva e propone ancora oggi la costituzione dei Consigli di Circoscrizione, previsti nello Statuto del Comune di Trapani, e l’attribuzione di una certa autonomia finanziaria e amministrativa alle Circoscrizioni relative a frazioni e aree periferiche urbane.
Se davvero nascesse un nuovo comune, i cittadini dovrebbero “mantenere” un nuovo sindaco, una giunta, un consiglio comunale e un ulteriore apparato burocratico fatto da dirigenti e impiegati comunali. Siamo proprio sicuri che alle frazioni interessate convenga tutto questo?

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