Salone punta il dito contro D´Alì: «Democrazia carente, nomine sono cronaca di una morte annunciata»

«Non sono sorpreso dell´ultima e definitiva spallata che il senatore Antonio d´Alì ha dato al partito di Forza Italia. Un partito che ha definitivamente distrutto con

l´ultimo valzer di nomine pro domo sua». A dichiararlo è il consigliere comunale di Trapani, Francesco Salone.
«Non posso che ripetere, con l´amaro in bocca: io l´avevo detto – ha continuato Salone –. L´avevo detto ai tanti che avevano accettato cariche fantomatiche, inesistenti e neppure previste da uno statuto che d´Alì credo non abbia mai neppure letto. Si sono accorti solo oggi, Enzo Domingo, Toni Scilla, Rossana Titone,Mariapia Castiglione, e quanti avevano consentito che le voci dissenzienti come la mia venissero messe all´angolo, che non c´è democrazia dentro al partito di Forza Italia. Devo ricordare loro che questo è il partito mortificato dai tanti uomini come D´Alì, e di cui Berlusconi si circonda? Un partito che fino a pochi anni fa ha raggiunto consensi da capogiro (fino al 34%) e che oggi ha solo briciole di elettorato, e che alle ultime amministrative di Marsala non ha neppure avuto il coraggio di correre con il proprio simbolo rincantucciato dietro la risibile insegna di Forza Marsala».
Salone non ne ha certo risparmiate: «Una volta c´era l´orgoglio della appartenenza a Forza Italia – ha dichiarato –, oggi è rimasta solo la vergogna di un partito che è padre di una legge elettorale antidemocratica come il porcellum, una legge fatta per gli uomini di Berlusconi, gli uomini come D´Alì. Uomini che non hanno i voti, che non conoscono la democrazia, evitano il confronto ed operano con prepotenza ed arroganza, distribuendo incarichi come se fossero satrapi imperiali».
Nel lungo comunicato, Salone si è detto certo, dopo “l´ulteriore conferma” del “vizio d´origine” del Senatore: «Non consulta la base, e intenzionalmente ignora ogni altro esponente che non gli è vicino e che esprime altri modi di fare politica, per nominare solo chi non mette in discussione la sua linea».
«Oggi – ha concluso il consigliere – tutti gli pseudo coordinatori comunali e responsabili di “unqualchecosa” cooptati da D´Alì stanno seduti sulla loro ridicola sediolina senza essere legittimamente investiti da alcuna elezione congressuale, ribadisco, in aperta e palese violazione dello statuto del partito. Per quel che mi riguarda le nomine di D´Alì senza alcun valore statutario e nessuna legittimazione politica, non valevano nulla un anno fa, valgono oggi meno di nulla. Sono felice di essere stato lontano, negli ultimi sei mesi, da un partito che offende i principi più elementari della democrazia».

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