Trapani, 80 alberi tagliati e tante domande

L’avviso era arrivato come un fulmine a ciel sereno: saranno abbattuti 80 alberi presenti lungo lo scorrimento veloce di Trapani.
Tralasciando per un attimo il fatto che c’è dovuto scappare il morto prima che la politica si mobilitasse (l’attento lettore ricorderà il fatale incidente del febbraio scorso, che assolutamente non strumentalizziamo), il problema sta nei numeri. Ripetiamo, 80 alberi, che l’utilizzo della moderna metodologia adottata, la V.T.A. (Visual Tree Assestment) che ne verifica la stabilità, ha rilevato pericolosi per l’incolumità pubblica, quindi da abbattere. Qui torniamo alla riflessione di apertura: l’inerzia di questi anni ha fatto sì che non uno, non cinque, ma ben 80 alberi diventassero pericolosi per le persone; se è così, come è stato possibile fregarsene per tutto questo tempo? Forse ci vuole un po’ di tempo prima che così tanti alberi possano arrivare a costituire pericolo. Non ci pare che negli ultimi tempi si siano abbattuti cicloni sul territorio. Qualcuno, dunque, non ha vigilato abbastanza? E chi? La colpa non può essere dell’amministrazione Damiano, quantomeno non solo sua. Si è temporeggiato o latitato, come purtroppo tragicamente si è anche visto, giocando sulla pelle della gente!
Come se non bastasse, non si parla di piante o di alberelli ma, specificatamente, di alberi ad alto fusto. Alberi presenti da anni e che, seppure talvolta siano stati trascurati o potati in modo inopportuno, fino ad oggi hanno costituito uno dei pochi spazi verdi della città. Un duro colpo al verde pubblico, già in precedenza carente, come evidenziato non molto tempo fa dall’Ordine degli Agronomi di Trapani.

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