Da Erice a Londra a cercare il successo. Sempre più musicisti italiani fanno le valigie

Secondo una ricerca condotta dal trapanese Alessandro Sansica, studente post-laurea alla Richmond – the American University a Londra, rispetto al 2013/2014 nell’anno accademico corrente il numero totale degli studenti italiani nelle principali scuole di musica londinesi è aumentato del 10%, superando il centinaio. A questi vanno aggiunti molti altri musicisti italiani che vivono a Londra per motivi diversi da quelli di studio; un numero sicuramente non indifferente, di cui, purtroppo, non esistono dati certi.
Maggiori opportunità, possibilità di instaurare una rete di rapporti professionali e mentalità più aperta. Queste le motivazioni emerse dall’intervista fatta da Sansica a tre di questi musicisti, ai quali è stato chiesto cosa spinga un artista a trasferirsi nella City.
Tra loro figura un ericino, Giuseppe Santoro, un turnista che a Londra ha trovato una realtà completamente diversa da quella della sua Sicilia. Appena 21enne, infatti, Santoro può già vantare collaborazioni con artisti del calibro di Kofi Karikari, percussionista dei Jamiroquai, Chris Webb, bassista di Elton John, e NK, giovane cantante cha ha partecipato a The Voice UK 2015, con il quale ha suonato al The Bedford, un locale dove si sono esibiti tra gli altri gli U2 e i The Clash nei primi anni della loro carriera. «Bisogna essere intraprendenti e cogliere ogni occasione – ha dichiarato Santoro, esaltando la multi etnicità di Londra –. Qui hai l’opportunità di conoscere artisti da tutto il mondo, basta davvero essere pronti e il resto arriverà».

Da quanto tempo suoni?
«Suono da circa 16 anni, la mia prima lezione di batteria la feci a 5 anni».

A che età ti sei trasferito a Londra e cosa ti ha spinto?
«La prima volta che andai da solo a Londra fu all’età di 19 anni. I motivi stanno nella cultura musicale e lo spazio dato ai musicisti per esibirsi»

È stato difficile esibirti una volta arrivato a Londra?
«Non è affatto difficile esibirsi a Londra, quasi tutte le jam session sono aperte al pubblico e chiunque può farne parte, basta non essere timidi e cercare di essere decisi una volta preso lo strumento in mano!»

Pensi di avere più opportunità qui che in Italia?
«Non è facile fare il musicista ad alti livelli né in Italia né in Inghilterra, ma a mio avviso qui si hanno un po’ più di opportunità perché c’è più spazio per i musicisti e l’interesse verso la buona musica è maggiore».

Qual è stata l´esibizione più importante che hai fatto?

«Attualmente, l’esibizione più importante è un concerto sold out al teatro “The Bedford”, con un gruppo di musicisti soul il cui cantante era NK, da The Voice UK 2015».

Riesci a vivere di sola musica a Londra?
«I primi tempi è difficile riuscire a vivere di sola musica, perché ti devi fare conoscere e vedere in giro, ma col passare dei mesi o degli anni, se sei bravo, riesci a far parte di vari progetti musicali, sei in grado di avere uno “stipendio” buono».

Hai avuto l´opportunità di esibirti con altri artisti?

«Ho avuto la possibilità di esibirmi con tantissimi artisti provenienti da svariate nazioni, quasi tutti conosciuti alle jam session. Tra questi ho anche avuto modo di conoscere e di esibirmi con Kofi Karikari, percussionista dei Jamiroquai, Chris Webb, bassista di Elton John».

Cosa fai in questo momento?
«Per adesso vivo fra Trapani e Londra perché collaboro in vari progetti musicali, sia italiani che inglesi».

Che consigli daresti a chi vuole spostarsi a Londra vivendo solo di musica?
«Consiglio di non avere il timore di cambiare nazione, di essere deciso nella scelta che si sta facendo e di credere nelle proprie potenzialità, perché chi è bravo, volenteroso e anche un pizzico fortunato, dovrà stare certo che prima o poi farà qualcosa di veramente buono! Londra è un ottimo trampolino di lancio per i musicisti, basta essere pronti e lasciarsi andare. Il resto verrà da sé».

Foto Giuseppe Santoro ® Copyright 2015 Andrea Critti

 

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