Pista ciclabile di Erice, una matassa da sbrogliare. Presentato esposto in Procura

pizap.com14121754565421Pensavate archiviata la vicenda della pista ciclabile di Erice, finita sulle pagine dei giornali, anche nazionali, per via di una dubbia gestione ed esecuzione del progetto? Ebbene, a distanza di un anno dal sorgere della polemica, incrementata da entrambe le parti interessate – amministrazione comunale ericina e società esecutrice dei lavori – a suon di aspre critiche e sbandieramenti di azioni legali, tutto torna agli onori della cronaca.
Facciamo un piccolo passo indietro. La vicenda aveva portato i 5 Stelle a presentare un’interrogazione al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, oltre ad avanzare la richiesta di accesso agli atti. In quest’ultimo passaggio, secondo il Movimento, “sono emersi importanti elementi, che rilevano una gestione non proprio regolare, per usare un eufemismo, da parte dell’amministrazione comunale di Erice, nella gestione di questo progetto”. Da qui l’esposto, fresco fresco, alla Procura della Repubblica di Trapani, in modo che si possa “indagare e verificare la sussistenza di responsabilità penali, civili ed amministrative in capo ai dirigenti responsabili e agli amministratori comunali”. I 5 Stelle, quindi, puntano il dito contro il sindaco Tranchida e gli “addetti ai lavori” della Vetta. Va detto, per dovere di cronaca, che il primo cittadino ha sin da subito respinto ogni accusa, piovuta da tutte le parti, anche da cittadini, e per il quale sono state perfino annunciate querele: le responsabilità per quelle strade imbrattate di rosso, dopo poche settimane già scolorito, andavano cercate nella società che aveva vinto l’appalto ed eseguito i lavori, la Cantieri Edili srl (Favara, Agrigento). DSC00009
Il perché fu spiegato durante una “calda” conferenza stampa: un colore della vernice diverso da quello pattuito e a norma, oltre alla modifica autonoma, in più punti, del tracciato della ciclabile previsto nel progetto. In merito alle questione della pitturazione avvenuta anche alla presenza di buche, marciapiedi, tombini e criticità varie, Tranchida dichiarò che i lavori di adeguamento del manto stradale, inseriti nel progetto, non furono eseguiti – l’impresa si difese tirando in ballo le perizie variabili, le quali avrebbero previsto come primo passo i valori di pitturazione.
Quel che appare subito evidente, è la complessità della vicenda, una matassa per niente facile da sbrogliare, alla quale si aggiungono nuove accuse da parte del senatore 5 Stelle Maurizio Santangelo: “Tra le tante incongruenze che si possono leggere negli atti, quelle più gravi sono senz’altro legate ‘all’acquisto e all’assemblaggio delle attrezzature al bike sharing’ che il Comune di Erice comunicava al Ministero preposto di aver effettuato. Infatti non c’è traccia di alcuna documentazione, almeno negli atti a cui si è avuto accesso, che testimoni l’effettivo acquisto ed il fatto potrebbe assumere rilevanza penale”.
Chi sbaglia paga, e prima o poi sarà fatta piena luce sul caso. Anche questa è una cosa certa. Speriamo solo che a pagare non siano, come spesso accade, i cittadini.

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