Arrestati padre e figlia per detenzione e spaccio di droga. L’attività spiegherebbe l’omicidio Coraci

Sono passati alcuni mesi da quel 21 novembre 2015, quando fu ucciso Enrico Coraci, colpito al petto con un fucile a pallettoni. Una tragedia che portò all’arresto dei fratelli Gatto, Francesco, classe 1986, e Vincenzo, classe 1993.
Adesso, a distanza di qualche mese, i Carabinieri della Compagnia di Alcamo hanno rintracciato e arrestato padre e sorella dei due: Gianfranco Gatto, classe 1966 e Graziella Gatto, classe 1991. L’accusa è di concorso in spaccio di sostanze stupefacenti. Gli arresti sono scattati su ordinanza di custodia cautelare disposta dal Gip Antonio Cavasino e richiesta dal sostituto procuratore della Repubblica di Trapani, Rossana Penna, che ha coordinato le indagini insieme al procuratore Marcello Viola.
GATTO GIANFRANCO 2GATTO GRAZIELLA 2“Proprio nell’ambito delle attività sviluppate a seguito del grave evento delittuoso – si legge in una nota dei carabinieri –, si comprendeva come i membri della famiglia Gatto, compresi i germani Francesco e Vincenzo, avessero intrapreso ad Alcamo un’attività di commercio e cessione di sostanze stupefacenti, del tipo cocaina e marijuana, risalente nel tempo”.
Dalle indagini, sarebbe emerso il ruolo di Graziella Gatto nella vendita di piccoli quantitativi di droga al dettaglio presso la propria abitazione, mentre il padre si sarebbe occupato dell’approvvigionamento e custodia dello stupefacente e del “recupero dei crediti vantati nei confronti degli assuntori”.
Secondo gli investigatori, l’omicidio Coraci sarebbe maturato proprio in questo contesto, riconducibile a un credito per “plurime cessioni di cocaina vantato dai Gatto nei confronti della vittima”.
Si ipotizza che la sera del delitto, il Coraci venne attirato dai fratelli Gatto proprio a casa della sorella, “luogo di abituale cessione dello stupefacente”, proprio per “dirimere la controversia avuta qualche ora prima, con lo scopo di tendergli così l’agguato a colpi di arma da fuoco, che ha portato alla sua morte”.
L’arma del delitto era stata trovata in un terreno poco distante dall’abitazione dei Gatto, in contrada Gammara, ad Alcamo, tra l’erba alta e alcuni massi. Si tratta di un fucile da caccia a canna mozza calibro 12,con matricola abrasa, trovato insieme a tre cartucce a pallettoni dello stesso calibro ancora incamerati.

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