Demolizione palazzo in via Nasi, interviene Progetto per Trapani

Interviene Progetto per Trapani, in merito “all’intenzione dell’amministrazione di procedere alla demolizione parziale del palazzo sito al centro storico in via Nunzio Nasi al civico n. 108”. L’associazione è concorde “con le perplessità sollevate dell’Ordine degli Architetti di Trapani circa la soluzione prospetta, questo anche in ragione delle moderne tecniche di consolidamento statico oggi conosciute. Con la demolizione, se pur parziale , verrebbe ad essere irreparabilmente trasfigurato il volto del centro storico creando un vuoto urbano incolmabile. Pertanto chiediamo alla stessa amministrazione prima di procedere al suddetto definitivo intervento, di non lasciare nulla di intentato per cercare di salvare una parte della storia di Trapani, perché non si abbiano più a ripetere, come in passato, atti scellerati di distruzione del nostro patrimonio storico-architettonico. Vogliamo ricordare non solo, come già fatto dell’Ordine degli Architetti, la seduta del Consiglio Comunale del 25.11. 1946 dove si decise di demolire e di vendere l’area del Teatro Garibaldi per la somma di 4 .634 .640 lire, dove al suo posto si edificò la sede della Banca, ma anche la data del 1863 quando la Prefettura su richiesta del comune incaricava il Genio Civile a inventariare e demolire i vecchi bastioni e le fortezze con le mura per permettere l’espansione edilizia della città. Già di troppe ricchezze sono stati privati i trapanesi ed i suoi figli rimpiangono oggi l’impossibilità di ammirare le vestigia di quella che nel 1478, non essendo mai stata espugnata, si meritò da Ferdinando il Cattolico il titolo di Invittissima per via «delle gloriose resistenze sempre fatte ai nemici del Regno».
L’associazione Progetto per Trapani, a cui sono iscritti anche due architetti, condivide quindi la nota dell’Ordine degli architetti diramata in queste ore.
Nel caso specifico, qualora si verificassero altri episodi del genere, riteniamo non si possa perdere parte del patrimonio urbano e della continuità visiva ma anche strutturale dei fabbricati del centro storico, spesso anche pregiati, soprattutto in un’epoca in cui abbiamo a disposizione tanta tecnologia (ed esempi contemporanei) per intervenire in modo adeguato sull’esistente”.
“Auspichiamo, pertanto – conclude la nota – che prima di prendere decisioni come queste, che comportano l’irreversibilità degli interventi, siano sentiti i pareri degli ordini professionali competenti oltre che della collettività, trattandosi di patrimonio di tutti i trapanesi”.

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