Interruzione volontaria di gravidanza: disservizio risolto a Trapani

ospedaleDopo le polemiche dei giorni scorsi, all’ospedale Sant’Antonio abate di Trapani riprende il servizio di interruzione volontaria di gravidanza. L’allarme era scattato perché l’ultimo medico non obiettore di coscienza del nosocomio è prossimo alla pensione, così il servizio era stato sospeso a partire dall’11 maggio. Un vero problema alla luce delle 600 richieste circa che in media si registrano annualmente a Trapani. Il rischio, stando alle dichiarazioni dei sindacati, era che le donne che intenzionate ad abortire fossero costrette a recarsi in altre provincie o addirittura a ricorrere all’aborto clandestino.
Per fortuna la triste vicenda ha avuto un lieto fine. Il ripristino si è stabilito al termine della riunione del gruppo di lavoro presieduto dal direttore sanitario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, Antonio Siracusa, e composto dai primari di ostetricia e ginecologia dei nosocomi di Trapani e Castelvetrano, Francesca Paola Maltese e Claudio Germilli, e dallo specialista non obiettore individuato dall’ASP, Agostino Bono.
Sarà il dottor Bono, dunque, a eseguire il giovedì gli interventi di IVG nell’ospedale del capoluogo, con un’apposita equipe di anestesisti e ostetriche, mentre il lunedì e il venerdì continueranno a effettuarsi gli interventi chirurgici ordinari.
“Pur nella situazione di emergenza – ha spiegato Siracusa – con la scarsezza di risorse umane nella quale ci troviamo, siamo riusciti con immediatezza a superare la criticità che si era presentata”.
“Voglio ringraziare la direzione sanitaria – ha detto il direttore generale dell’ASP Fabrizio De Nicola – per aver subito dato soluzione al problema, e il dottore Bono per la disponibilità e l’abnegazione dimostrata nei confronti dell’azienda e, ancor più importante, dell’utenza”.
Soddisfatta l’Unione Donne in Italia di Trapani: “L’UDI di Trapani – si legge in una nota – esprime soddisfazione per la celerità con cui l’Asp di Trapani ha provveduto a ripristinare il servizio per le Ivg presso il S. Antonio Abate, come ci era stato garantito diversi giorni fa”.
“Auspichiamo – continua il comunicato – che il servizio di Ivg non si limiti al farmacologico con Ru486, ma continui a prevedere anche il chirurgico terapeutico post 90 giorni, sotto legge 194/78. Ci auguriamo anche che si possa avviare un tavolo di discussione sulla problematica, che guardi in prospettiva e non si limiti all’emergenza, partendo innanzitutto dal potenziamento dei consultori. Auspichiamo inoltre che le richieste di ivg vengano raccolte con la dovuta celerità e precisione documentale, perché una errata valutazione numerica delle richieste porta ad una ricaduta pesante nella attuale discussione in corso sulla L. 194 e la sua applicazione con la Ministra della Salute Lorenzin, ricaduta che andrebbe a penalizzare le realtà territoriali, già pesantemente inficiate”.

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