“Fazio incompatibile”. Sgambetto all’ex sindaco ma con effetto boomerang

DSC01043Uno sgambetto per sbarrargli la strada, ostacolare la sua corsa di futuro candidato sindaco. È questo l’obiettivo dell’avvio del procedimento per constatare una eventuale incompatibilità di Mimmo Fazio in consiglio comunale. Una mossa, però, che potrebbe rilevarsi azzardata e ritorcersi contro chi l’ha progettata.
Tutto è nato su iniziativa del Presidente del Consiglio Peppe Bianco, il quale ha invitato la dirigente del I Settore, Caterina Santoro, ad avviare il procedimento nei confronti dell’onorevole, vista la sua condanna in via definitiva a 4 mesi di reclusione – pena sostituita con una multa di 1.500 euro – per il reato di tentata violenza privata ai danni di Vito Dolce e di violenza privata a danno di altra persona. I fatti risalgono a un duro scontro sull’operato della Terra dei Fenici spa, quando Fazio era ancora sindaco di Trapani. Seguirono la revoca dell’incarico a Dolce quale presidente dell’ex SAU, la municipalizzata del trasporto pubblico, oggi ATM, e le dimissioni di Enzo Scontrino da amministratore delegato della società di raccolta rifiuti.
«Ad essere incompatibile è proprio il signor Dolce, non io – ha dichiarato Fazio alla stampa –. Ha fatto domanda di partecipazione al bando per la carica di amministratore unico dell’ATM, ma i provvedimenti sindacali con i quali è stato rimosso dalla carica alla SAU sono stati dichiarati legittimi dai giudici amministrativi». Questo potrebbe seriamente rivelarsi un problema, dato che nel bando, punto sulle cause di incompatibilità, è specificato che “Non possono partecipare alla procedura coloro che […] siano stati licenziati, destituiti o dispensati dall’impiego presso la Pubblica Amministrazione per persistente insufficiente rendimento, ovvero siano stati dichiarati decaduti da un pubblico impiego”.
«Sono stati intempestivi e stupidi – ha aggiunto Fazio, riferendosi a chi l’ha voluto ostacolare –. Se questa vicenda fosse nata nel corso delle elezioni avrebbe avuto una risonanza e un effetto molto più rilevante, mentre adesso ho tutto il tempo per difendermi e smontare ogni punto. Io non desisto, non sto impazzendo per tornare sindaco, anche perché so cosa mi aspetterebbe e non sarebbe una bella situazione. Ma vado avanti per il bene della collettività, poi saranno i cittadini a decidere».
Va sottolineato che nonostante l’epilogo della condanna, in tutti questi anni la giurisprudenza è stata costante nel “giustificare” l’atteggiamento dell’allora primo cittadino, preoccupato per le sorti della Città e non dei propri interessi. Un punto di forza per far dichiarare al Consiglio comunale, che dovrà esprimersi con voto palese, l’insussistenza dell’incompatibilità contestata.

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