Fermati a Trapani due presunti scafisti

collage scafisti luglio 2016 censuraGli agenti della sezione Criminalità Straniera della Squadra Mobile di Trapani, in collaborazione con i militari della Guardia di Finanza, hanno posto in stato di fermo un senegalese classe ’96, F.M. e pari età originario del Gambia, T.B, individuati quali presunti scafisti dell’ultimo sbarco. Questo, è avvenuto lo scorso 7 luglio, alle 9:30 circa, al molo Ronciglio del Porto di Trapani, quando è approdata la nave militare tedesca Werra, con a bordo 656 migranti. Lo sbarco faceva riferimento a cinque distinti soccorsi posti in essere nel canale di Sicilia, in acque internazionali, a circa 20 miglia dalle coste libiche, tra le città di Sabhrata e Tripoli.
I migranti, approdati a Trapani, sono stati prima sottoposti a visite mediche e poi trasferiti presso l’hot spot di Milo per le normali procedure d’identificazione.
Sin da subito, come accade in questi casi, è stata avviata un’attività info-investigativa per acquisire informazioni utili all’individuazione di possibili favoreggiatori all’immigrazione clandestina. Con particolare riferimento a due dei cinque eventi S.A.R., sono stati ascoltati molti testimoni, i quali hanno riferito di essere partiti dalla costa libica, dopo aver pagato ognuno centinaia di dinari ed euro a intermediari di un’organizzazione libica. I migranti, provenienti in prevalenza da Nigeria, Gambia, Costa d’Avorio, Ghana, Guinea, Senegal, Mali, Burkina Faso, Kenia, Togo, Bangladesh, Niger, Cameroun e Marocco, sono stati soccorsi dopo quasi un giorno di navigazione a bordo rispettivamente di cinque distinti barconi.
“Gli stessi migranti – si legge in una nota della Questura di Trapani – hanno dato versioni univoche riguardo le fasi del viaggio, fornendo descrizioni in sostanza sovrapponibili di coloro che avevano condotto le imbarcazioni. Nello specifico, sono saltati fuori i nomi proprio di T.B. e F.M, i quali avrebbero utilizzato all’occorrenza una bussola per seguire la rotta ed un telefono satellitare Thuraya per allertare i soccorsi.
Dopo alcuni approfondimenti investigativi, si è accertato che questi strumenti erano stati direttamente consegnati da faccendieri libici ai due, i quali al momento del salvataggio si erano allontanati dal posto di comando, disfacendosi degli abiti indossati, per non essere individuati come scafisti.
“Alcuni testimoni hanno raccontato come durante la traversata gli scafisti abbiano interrotto la navigazione per sedare alcune rivolte scoppiate a bordo – dichiarano ancora dalla Questura –, minacciando gli stessi migranti di riportarli indietro o lasciarli annegare laddove non si fossero tranquillizzati”.
Dopo le indagini, i due presunti scafisti sono stati prima posti in stato di fermo e successivamente associati presso il carcere di San Giuliano a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Il GIP del Tribunale di Trapani, condividendo quando emerso dall’attività investigativa della Squadra Mobile e della Guardia Di Finanza, ha convalidato il provvedimento di fermo, disponendo la custodia cautelare in carcere.

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