Campagna di sensibilizzazione su randagismo, anagrafe canina e adozioni avviata dal Comando di Polizia municipale di Paceco

 

cane-con-chip“Se lo ami non lo abbandoni: chippa il tuo cane”, è lo slogan di una “Campagna di comunicazione sul randagismo e sull’anagrafe canina e sensibilizzazione all’adozione di un randagio”, promossa dal Comando di Polizia municipale di Paceco d’intesa con l’Amministrazione comunale.

L’iniziativa è stata avviata con un incontro nell’aula magna del plesso scolastico “Eugenio Pacelli”, a cura del comandante, Giuseppe D’Alessandro, e dell’assistente capo Maria Concetta Terranova, responsabile dell’Ufficio randagismo, con il supporto della veterinaria Ivana Caruso.

“Nel biennio 2015/2016, nel territorio comunale sono stati accalappiati complessivamente 60 cani e si è proceduto alle relative cure e alla sterilizzazione” sottolinea il comandante della Polizia municipale, ricordando che “gli animali recuperati, vengono preventivamente microchippati, presso l’ASP di Trapani o presso l’ambulatorio veterinario Kimera, della dottoressa Ivana Caruso, convenzionato con il Comune anche per le emergenze di cani incidentati. Conseguentemente, i cani vengono trasferiti al rifugio sanitario L.I.D.A. San Cataldo di Caltanissetta, in virtù di un’altra convenzione, e dopo un periodo che varia in base alle loro condizioni, ritornano sul territorio come cani di quartiere”.

“Ad oggi, alla LIDA si trovano ancora ricoverati 17 cani, perché 21 sono stati reimmessi sul territorio e altri 17 sono stati adottati – aggiunge l’assistente capo Terranova – mentre ulteriori 5 esemplari intestati al Comune sono morti durante il ricovero. Per favorire l’adozione dei restanti cani, quest’anno, sul sito del Comune è stata inserita una pagina specifica dedicata alle adozioni”.

Per fronteggiare il fenomeno del randagismo, ma anche per tutelare gli animali d’affezione, è stato predisposto un prospetto informativo:

COSA È L’ANAGRAFE CANINA? – È una banca dati dei microchip dei cani che permette di rintracciare il proprietario del cane, nel rispetto della privacy del cittadino.microchip_cane

COSA È IL MICROCHIP? – È una piccola capsula che viene inserita dal medico veterinario, con una siringa nel sottocute del cane in modo rapido, innocuo e indolore. Il microchip non emette alcun tipo di onda, ma contiene un numero di identificazione univoco che viene rilevato dal “lettore”.

PERCHÉ “MICROCHIPPARE” IL MIO CANE? – Per salvare la vita di molti cani dal pericolo del randagismo, perché un cane smarrito può essere facilmente ritrovato grazie alla banca dati dell’anagrafe canina.

DOVE DEVO ANDARE? – I cani devono essere iscritti in anagrafe canina dal Servizio Veterinario della Azienda sanitaria provinciale, oppure dall’ambulatorio del proprio medico veterinario.

QUANTO COSTA? – L’iscrizione del cane all’anagrafe canina, è gratuita presso il servizio veterinario della Azienda sanitaria provinciale; basta recarsi con il documento d’identità e il codice fiscale.

RICORDA! – Comunica la cessione a qualsiasi titolo e il cambio di residenza entro 30 giorni. È inoltre un obbligo di legge per il proprietario o il detentore, compreso il commerciante, iscrivere il cane in anagrafe nel secondo mese di vita e comunque entro trenta giorni dal possesso. Comunica la scomparsa del cane o la morte nel più breve tempo possibile. Se non lo hai ancora fatto, provvedi al più presto anche per non incorrere nelle sanzioni previste dalla legge.

sterilizzazionePERCHÉ È UTILE STERILIZZARE IL CANE? – La sterilizzazione aiuta il controllo delle nascite. È l’arma più importante per la lotta al randagismo, evita il problema di trovare giusta collocazione alle cucciolate indesiderate. I cani di proprietà, sono sterilizzati presso l’ambulatorio del proprio medico veterinario di fiducia, i cani randagi sono sterilizzati presso gli ambulatori veterinari pubblici.

I CANI NON SI ABBANDONANO – Il fenomeno del randagismo è direttamente proporzionale a quello dell’abbandono: più cresce quest’ultimo, maggiori sono le probabilità che i cani abbandonati si inselvatichiscano e si aggreghino tra di loro, perdendo il contatto con l’essere umano e diventando veramente pericolosi per l’uomo.

Per combattere il fenomeno del randagismo, occorre pertanto agire dalla radice estirpando il problema dell’abbandono: le recenti campagne di sensibilizzazione hanno cambiato tanto questo fenomeno, riuscendo a diminuire il numero di cani abbandonati, ma purtroppo non è ancora abbastanza. Dovrebbero essere molto più consistenti le forme di informazione su ciò che comporta adottare un animale domestico, ed in questo dovrebbero avere voce in capitolo sia i veterinari che le associazioni di volontariato e gli enti a protezione degli animali: prevenire è meglio che curare, ed informare le persone sulle conseguenze che comporta adottare un cane o un gatto, potrebbe essere di aiuto per renderle più consapevoli delle loro scelte e per spingerle a non prendere decisioni affrettate o sbagliate.

COME RAPPORTARSI CON IL MONDO CANINO – I cani randagi possono essere un vero pericolo, soprattutto quando si uniscono in branco e formano delle vere e proprie squadre di cani pronti ad attaccare l’essere umano per paura, per rabbia o semplicemente per fame. Nel concreto, quando si avvista un animale randagio o si è di fronte ad un branco di cani randagi, la prima cosa da fare è mantenere la calma. Mai correre, sia perché essi potrebbero essere molto più veloci, sia perché in questo modo si alimenterebbe nel branco l’istinto alla caccia della preda, con conseguenze spesso disastrose. Allontanarsi lentamente, mantenendo un atteggiamento aggressivo, sicuro e dominante, potrebbe aiutare ad uscire illesi da questa situazione.

CANI E BAMBINI possono vivere insieme, anzi dovrebbero sempre vivere insieme, ma in reciproca e assoluta sicurezza. Questo, normalmente, significa che i genitori devono essere sempre presenti quando i due interagiscono.

CANI E BAMBINI non devono essere i reciproci giocattoli. Non è corretto permettere al bambino di fare i comodi suoi col cane, ma non è corretto neppure il contrario: ci sono cani che giocano “troppo pesante” rispetto all’età e alla fragilità del bambino, e questo può creare bambini cinofobi, o quantomeno diffidenti verso i cani. Il bambino che ha paura dei cani è quello a maggior rischio di essere morso (perché scappa, strilla, si comporta insomma come una preda, e il cane deriva da un predatore puro: anche se lui non lo è più, in realtà l’impulso a rincorrere ed afferrare ce l’ha ancora forte e chiaro – si chiama proprio “impulso predatorio” – e per questo può diventare pericoloso, anche quando insegue il bambino solo per gioco. I bambini vanno educati al rispetto dei cani, non solo per evitare che vengano morsi, ma anche perché il cane è un essere vivente, pensante, sensibile, che per di più ha fiducia in noi. E noi abbiamo il dovere di ricambiare proteggendolo, non certo sottoponendolo a veri e propri maltrattamenti.

INSEGNARE AI BAMBINI A RISPETTARE IL CANE, lo si deve fare anche se non si hanno cani, perché chiunque, prima o poi, qualche cane lo incontrerà: quindi non esistono scuse per dimenticarsi di spiegare ai bambini che il cane non è né un mostro, né un giocattolo. Educare i bambini al rispetto è un preciso dovere di ogni genitore.

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