Tranchida, l’acqua è vita …

tranchidaSi è tenuta giovedì scorso, 9 marzo, presso il Tribunale regionale delle acque pubbliche di Palermo, l’udienza di discussione finale che vede parte attrice l’amministrazione comunale di Erice guidata dal Sindaco Giacomo Tranchida che, com’è noto, ha citato pesantemente in giudizio la Regione e l’EAS per i danni alla rete idrica comunale causati dalla cattiva qualità dell’acqua proveniente, negli anni scorsi, dal dissalatore regionale di Nubia. L’azione è partita nel 2013 con un ricorso presentato dall’avv. Vincenzo Maltese, legale a tal uopo incaricato dal Comune di Erice, presso il Tribunale di Trapani, al fine di accertare tramite una perizia tecnica (consulente ing prof Bonvissuto, nominato dal Presidente del Tribunale di Trapani), lo stato della rete idrica, e il nesso di causalità dell’acqua dissalata che per decenni è stata immessa nella rete comunale. Forti della predetta relazione tecnica d’ufficio, che ha accertato  tale ipotesi – e dunque individuato la RESPONSABILITÀ (!) confermando, di fatto, quanto di gia’ “riconosciuto” dalla Giunta di Governo regionale nel 2008, che deliberò peraltro lo stato di calamità su proposta della Protezione Civile regionale al riguardo interpellata dal Sindaco Tranchida – e viste le continue omissioni e immobilismo da parte degli uffici regionali e degli organi di governo regionale preposti circa il necessario finanziamento della nuova rete idrica nel frattempo progettata dal Comune di Erice, l’A.C. guidata dal Sindaco Giacomo Tranchida, è stata costretta a proseguire l’azione giudiziale in danno della Regione, dinanzi al competente Tribunale delle Acque con sede preso la Corte d’Appello di Palermo, in quanto proprietaria dell’impianto di dissalazione, e dello stesso EAS per le  omesse manutenzioni sulla rete idrica comunale, ciò al fine di ottenere il dovuto risarcimento.15824850_paceco-contro-eas-1

“Adesso la parola passa al Collegio Giudicante che il prossimo 22 novembre si dovrà pronunciare su tutta la documentazione prodotta e su tutte le argomentazioni e memorie difensive depositate dalle parti – spiega l’Avv. Vincenzo Maltese – Potremmo avere finalmente una sentenza che metta un punto su tale vicenda che si trascina da anni “.

“Il Tribunale non potrà che darci ragione – commenta il sindaco Giacomo Tranchida – atteso che la Regione e per sua stessa ammissione con la citata deliberazione di protezione civile ha preso coscienza di tale situazione, dichiarando lo stato di calamità… ma non tirando fuori i necessari quattrini, come diversamente la Protezione Civile nazionale l’onerava a fare. Le somme ottenute a titolo di risarcimento – continua Tranchida – andrebbero a finanziare il rifacimento complessivo della rete idrica visti i continui cedimenti strutturali cui il Comune, in via sostitutiva dell’inadempiente EAS, è costretto a fare pur di garantire l’acqua nelle case dei propri cittadini. Tale sentenza – conclude Tranchida – che aprirebbe una vera e propria class action, peraltro, farebbe finalmente giustizia anche per i cittadini ericini che negli passati hanno dovuto fare i conti, oltre che con i danni immateriali e l’esborso per l’acquisto di acqua, anche per i danni materiali ai sistemi idrici delle proprie abitazioni”. Il Sindaco  Giacomo Tranchida

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