Brillante risponde a Tranchida: “Alle critiche risponde con l’insulto. Procure infestate dalle sue querele”

brillanteIl segretario del PD di Trapani, Francesco Brillante, non ha perso tempo a rispondere alla dura nota dell’ex sindaco di Erice, Giacomo Tranchida.

«Scrivo queste righe all’esclusivo scopo di mantenere il contraddittorio – ha esordito Brillante –, con un personaggio quale è il Tranchida che usa l’ultima parola come forma di distorsione della comunicazione pubblica, e al fine di far trasparire messaggi ingiuriosi e svalorizzanti l’avversario di turno, oggi il sottoscritto».
«È questa – ha continuato – la misura dell’uomo che non appare più tollerabile: un soggetto che risponde ad una critica politica con l’insulto personale e professionale, e che avanza querele seriali nei confronti di tutto quello che gli dà fastidio, infestando le Procure, se così è, di inutili carte. Nel caso di specie il Tranchida non ha numeri né capacità di affrontare l’argomento in una sede di partito, non ha numeri e capacità per affrontare senza insultare, non ha neppure rispetto dei lettori e degli elettori inflazionando di fuffa la comunicazione pubblica, e buttandola in bagarre perché questa è l’unica dimensione dove ritiene di poter emergere o per trovare un titolo di giornale in più. Cosa provata dal fatto che comunica alla stampa prima che ogni altro che querela per cercare “il titolo”».

«Con me casca male – ha precisato Brillante –. È talmente lagnante da non intimorire nessuno, e continuerà ad insultare, a provocare, ed il sottoscritto continuerà a replicare in tutte le sedi lo stesso voglia: di partito, pubbliche o in un’aula di Tribunale, perché sono un uomo libero, e la libertà di pensiero dà fastidio ai prepotenti. Probabilmente il consigliere Tranchida non è abituato ad avere interlocuzioni con persone libere di pensarla diversamente, di pensarlo inadeguato al ruolo che lui si riconosce, di pensarlo superato nei modi, nei tempi e nei percorsi politici, di pensarlo (perché no) non compatibile con il PD.
Questo lo manda probabilmente fuori di testa e allora deve darti “del dipendente” alludendo che il sottoscritto risponda a chi non si sa, quando il sottoscritto a differenza di chi lo accusa non vive di nessun emolumento espresso dalla Politica, ma solo di proventi professionali propri, e non dipende da nient’altro che della propria libera coscienza. Deve sproloquiare gettando ombre sulla dignità di chi scrive, e alludendo su incarichi che non mi avrebbe elargito lasciando intendere squallide quanto velate accuse, quando io da che faccio politica da lui non avrei accettato neppure un caffè al bar. Ed infine non sapendo più come insultarmi mi dà “dell’amico di Ruggirello” (intendendolo un offesa), che ricordo avere sostenuto accanto a lui la Toscano, ed essere in ogni caso un iscritto di Trapani nei confronti del quale non ho lesinato critiche quando vi erano posizioni divergenti rispetto a quelle assunte negli organismi e che ho difeso quando altresì veniva attaccato strumentalmente, anche dallo stesso Tranchida. Fa questo un uomo di partito».

«Vada ad intimorire gente al suo livello, non certo me – ha concluso Brillante –. L’ho già detto precedentemente, tutti i cicli si esauriscono, non dovrà necessariamente avvenire oggi, né dovrò necessariamente fare parte del procedimento di cambiamento, ma per quel che mi riguarda anche la sceneggiata napoletana di oggi è prova dell’incompatibilità di quest’uomo con una dialettica politica, e partitica. Per quel che riguarda l’appuntamento in Tribunale, se è questo il suo desiderio mi può trovare nelle aule praticamente tutti i giorni essendo il mio luogo di lavoro: lì lo aspetto sempre con piacere».

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