Regionali, intervista a Gianni Alemanno

regionali gianni alemannoNel bel mezzo del periodo elettorale, non ha voluto rinunciare alla propria presenza in Sicilia. Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, giunto a Mazara del Vallo a dar man forte a Giorgio Randazzo, giovane candidato per la lista Diventerà bellissima di Nello Musumeci, si è soffermato con noi per parlare tra le altre cose di cambiamento e immigrazione.

Alemanno, cosa fare secondo Lei per dare il via al cambiamento per una terra martoriata da governi che si sono dimostrati inadatti?
«Bisogna ripartire dal buon senso e dalla competenza e da questo punto di vista Nello Musumeci rappresenta una garanzia. Queste due caratteristiche, insieme all’onestà, sono i principi fondamentali che devono affermarsi definitivamente in questa terra guardando anche al lavoro ed alla lotta all’immigrazione, che bisogna affrontare seriamente. Occorre riprendersi la sovranità e le “chiavi di casa” per fare in modo che in questo territorio tornino a contare i siciliani».

Giorgio Randazzo, per l’Assemblea Regionale Siciliana, rappresenta il “nuovo che avanza”?
«Giorgio Randazzo, a 27 anni, dimostra la giusta competenza e la giusta personalità ed è un vero patrimonio per tutta la provincia di Trapani che potrebbe avere davvero un referente credibile nell’Assemblea Regionale Siciliana. Attraverso la figura di Giorgio, si può mettere in atto una difesa sistematica degli interessi legittimi delle persone, restando in mezzo alla gente e senza mai staccarsi dal territorio. Tutto questo Giorgio Randazzo lo garantisce fino in fondo».

L’immigrazione è un tema che ha posto negli anni la Sicilia sotto i riflettori, soprattutto per la sua posizione geografica al centro del Mediterraneo; parlare di chiusura, ponendo l’accento sul rifiuto dello Ius Soli che è stato il simbolo della nuova unione della destra, non rischia di essere controproducente?
«L’accoglienza va bene, l’invasione no. È giusto avere un atteggiamento aperto vista la posizione nel cuore del Mediterraneo, ma l’invasione di disperati che non hanno lavoro, che non hanno nessuna possibilità di sopravvivere se non quella di delinquere, significa esattamente il contrario. Dobbiamo difendere i nostri confini e riportare ai porti di partenza coloro che vengono clandestinamente nel nostro territorio,attivandodei meccanismi di integrazione e accoglienza sostenibile e quindi controllare meglio i flussi migratori».

Tommaso Ardagna

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