Omicidio Montalto, inaugurato monumento dedicato all’agente

20171223_122623Una statua in marmo ed una targa sono state poste all’interno del piazzale del Carcere di San Giuliano per ricordare l’agente di Polizia Penitenziaria Giuseppe Montalto assassinato 22 anni fa.

Il monumento, un mezzo busto raffigurante l’agente, è stato realizzato dalla scultrice Nadia Brucia e posto sopra un blocco di marmo donato dalla Ditta Pellegrino Marmi di Custonaci. Dietro il monumento campeggia una significativa frase di Giovanni Falcone “Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”. Alla cerimonia d’inaugurazione erano presenti la moglie di Montalto, Liliana Riccobene, una delle figlie ed i fratelli dell’agente ucciso il 23 dicembre del 1995. Montalto, mentre era in servizio al Carcere Ucciardone di Palermo, avrebbe intercettato un “pizzino” e lo avrebbe consegnato ai suoi superiori. L’omicidio del poliziotto venne considerato il regalo di Natale della mafia trapanese ai boss detenuti in carcere con il regime del 41 bis. Montalto venne ucciso mentre era appena salito in macchina dove c’erano già la moglie, incinta di pochi mesi e la figlia di 10 mesi che rimasero illese.

Diversi i colleghi che hanno ricordato l’agente ucciso, tra i quali  l’ispettore Maurizio Santo che fu collega di Montalto prima a Torino e poi all’Ucciardone di Palermo. “Di lui – ha evidenziato il collega – ricordiamo l’impegno, la tenacia, il suo essere speciale in tutto quello che faceva. In quel periodo a Palermo lavoravamo in maniera massacrante, senza contare giorno e notte, per assicurare il rispetto delle regole del 41 bis, in condizioni davvero difficili. Nessuno di noi, però, immaginava che si potesse arrivare ad un fatto gravissimo come l’uccisione di un poliziotto penitenziario. Forse fu un errore, a quel tempo, permettere che i mafiosi tornassero così vicini a casa loro, dove intendevano continuare a spadroneggiare”.  20171223_123717

Il responsabile provinciale di Libera, Salvatore Inguì, ha evidenziato “l’importanza non soltanto di ricordare e onorare qualcuno che non c’è più, ma anche di raccontare quella storia perché gli orrori della mafia vengano guardati dalla parte di chi li ha subiti semplicemente perché ha deciso di compiere il proprio dovere”.

A scoprire il monumento è stata la vedova, Liliana Riccobene. La benedizione è stata impartita dal cappellano del carcere don Francesco Pirrera. La cerimonia si è chiusa con le note del violoncello del maestro Enzo Toscano che ha eseguito un brano scritto proprio per ricordare l’agente Montalto.

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