La mossa del….cavallo!

Renzi-e-il-Canone-Rai-in-bollettaChi lo definisce uno sciocco o un perdente ha ragione a metà, perdente forse, ma sciocco no!

Stiamo parlando di Renzi, e per capire le sue ultime decisioni prendiamo in prestito uno dei romanzi storici di Andrea Camilleri e nello specifico la nota di copertina di Salvatore Silvano Nigro: “La mossa del cavallo è una combinazione di mosse ingegnose: una macchina scenografica a scacchiera. I suoi spazi mobili sono resi illusori dal tatticismo dei giocatori. Tutto succede, in questo «teatro» di manovre ingannatrici, senza che nulla appaia accadervi. Il macchinismo è in obbligo ora con la falsità, ora con gli sghembi della ragione. Il traffico delle apparenze è gestito, in tutti i casi, dalla contraffazione: canagliesca da una parte; dettata dalla disperata lucidità della ragione dall’altra”. In breve, il romanzo di Camilleri ora appare come astuta spiegazione della mossa di Renzi: dimissioni… forse.

Il teatrino della politica italiana ci offre un altro capitolo tragicomico grazie all’abile architettura del segretario che in due mosse torna l’attore principale di un film che ha come protagonista 60 milioni di italiani ed il nostro futuro. Prima mossa il Rosatellum, un obbrobrio di legge elettorale, ma con un unico obiettivo, nessun vincitore. Seconda, ma ancora più cinica, eleggere i suoi fedelissimi e diventare ago della bilancia (nettamente prevista dopo il voto) tenendo in ostaggio i due vincitori, Di Maio e Salvini. O con me o si va al voto, in ogni caso vince lui: se fa l’inciucio si ritrova ancora al Governo e avrà il coltello dalla parte del manico, e, dopo la breve o lunga legislatura, in ogni caso ne uscirà nettamente meglio del suo alleato, grillino o leghista che sia, perché immancabilmente loro dovranno scontentare i propri elettori dovendo venire a patti sanguinosi. Il genio, qualsiasi risultato otterrà, avrà tutto da guadagnare; nel caso in cui i pentastellati trovino un accordo elettorale con il centrodestra o con il solo Salvini, per il numero dei seggi  complessivi, si otterrà una grande maggioranza, e per riconfermare l’exploit del 4 marzo, il m5s dovrà confermare tutti o quasi i punti del programma, sia i loro che molti degli alleati: reddito di cittadinanza, abolizione legge Fornero, via gli immigrati clandestini, flat tax, condoni vari. Improbabile se non impossibile. Oltretutto sembra impossibile che Salvini o lo stesso Di Maio rinunci alla poltrona di Premier o che la scambi con un Ministero. Conclusione, gli alleati, alle prossime elezioni verranno  castigati dai loro elettori e difficilmente potranno riconfermare i milioni di voti di questa tornata elettorale. Vince Renzi.

Se alla fine il Presidente Mattarella non otterrà un Governo chiaro e forte, deciderà di creare un “Governo della Nazione”, che avrà la durata massima di un anno, sicuramente a guida Gentiloni, e che permetterà di produrre una nuova legge elettorale, e se si andrà avanti fino alla fine dell’anno, anche della Legge Finanziaria. Le conseguenze saranno sempre favorevoli alla sinistra e allo stesso Renzi, che avrà, in questo lasso di tempo, il modo di riorganizzare una nuova stagione politica giustificata dall’immobilismo del centrodestra e soprattutto dall’inefficienza e dall’incapacità di governare dei Cinque Stelle.

Alla fine perdono i soliti, perde il popolo italiano.

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