Approvata ieri pomeriggio, all’unanimità dei presenti, la proposta di deliberazione del Consiglio Comunale di Erice che sollecita l’approvazione del Disegno di legge “ Legge sulla montagna, istituzione delle Zone Franche Montane”

Approvata ieri pomeriggio, all’unanimità dei presenti, la proposta di deliberazione del Consiglio Comunale di Erice che propone alla Giunta Regionale di sollecitare l’approvazione del Disegno di legge 3/2017 denominato “ Legge sulla montagna, istituzione delle Zone Franche Montane”, così come da emendamento proposto dal comitato Regionale promotore- da parte della III Commissione Attività Produttive dell’ARS.

Il fine è quello di  essere incardinato per la discussione parlamentare nel più breve tempo possibile, quindi di approvare una Legge obiettivo, Istitutiva delle Zone franche montane in Sicilia, da incorniciare all’interno di provvedimenti statuari previsti.

La decrescita demografica , oggi in Italia,  rappresenta infatti una preoccupazione che affligge in lungo e in largo  tutto il territorio nazionale. Lo spopolamento, infatti,  è un fenomeno sociale che ha colpito negli ultimi anni quasi tutti i comuni con meno di 5.000, soprattutto quelli  del meridione d’Italia .

In Sicilia, anche per via dell’emigrazione giovanile per motivi di studio, la dimensione del problema ha riguardato numeri  mai raggiunti prima d’ora.

Il Comune di Erice per proprie caratteristiche è stato parzialmente graziato dal fenomeno, in quanto nelle aree pedemontane questa emorragia di popolazione è stata diluita nel tempo. Così non possiamo dire del bellissimo centro storico dove il problema, invece, si è evidenziato in tutta la sua drammaticità.

Scuole chiuse, servizi primari alle collettività e alla persona venuti meno ormai da diverso tempo poiché i nostri concittadini hanno scelto in questi anni le comodità delle città,  spesso anche fuori dalla Sicilia, rispetto alla genuinità e la serenità degli stili di vita di questi luoghi.

Eppure vi sono dei numeri che fanno pensare che non tutto è perduto ancora.

Numeri che non raccontano tutto, numeri che dicono e non dicono, ma talvolta certe cifre  forniscono indicazioni interessanti, fanno comprendere meglio i trend antropologici, fanno capire le dinamiche a medio termine e gli orientamenti della gente  rispetto a  taluni fenomeni.

I numeri, negli ultimi anni, hanno dato risultati eccezionali per il nostro comune; cifre di tutto  rispetto per quel che concerne le iniziative intraprese qui,  a cominciare dagli eventi di Natale, per proseguire poi con le presenze rilevate in occasioni tipo “ Domenica al borgo” e altri eventi realizzati nella stagione estiva .

Si è fatto  un gran parlare in questi anni di come fare per aumentare le presenze di dimora dei nostri concittadini del borgo. Abbiamo ascoltato da più parti  di ricette miracolose che avrebbero potuto risolvere il problema, ma purtroppo ad oggi non vi sono novità di rilievo riguardo possibili soluzioni né, tantomeno, di segnali di inversione di tendenza.

Si è parlato di situazioni di malessere dovute a clima, a problemi derivanti da difficoltà di socializzazione a causa di ridotte occasioni di incontro per le giovani generazioni, ma senza girarci troppo attorno, secondo noi il motivo principale dello spopolamento va ricercato nella fragile redditività dei residenti dei piccoli centri.

Agire su defiscalizzazione e aiuti alle imprese o alle start-up di giovani, quindi, per noi rimane l’unica via percorribile. Dare ossigeno a coraggiosi imprenditori che decidono di investire in zone di montagna non significa solo creare nuove frontiere di mercato o dare opportunità ai nostri giovani che decidono di rimanere, ma significa soprattutto creare le condizioni per migliorare il paesaggio, salvaguardare il patrimonio artistico-monumentale dei luoghi, creare infrastrutture che rendano le condizioni di vita dei residenti meno travagliate.

Abbiamo ad Erice un precedente di tutto rispetto. Sono visibili e incontrovertibili i benefici in termini di infrastrutture della zona franca urbana di San Giuliano, laddove intere aree degradate sono state recuperate e restituite agli abitanti del luogo con notevoli vantaggi sulle loro condizioni di vita. La legge obiettivo per l’istituzione delle Zone Franche Montane, non crediamo che da sola  possa costituire la soluzione finale, la panacea di tutti i mali, ma può diventare un punto di partenza straordinario e fornire  uno strumento di grande  sviluppo per il nostro territorio.

Ripartire è possibile solo se ai giovani, oltre alla speranza di un futuro migliore, vengano create occasioni di sviluppo, di lavoro e di occupazione. Iniziare da aiuti alle imprese, fiscalità agevolata e  sostegni  a favore di chi decide di rimanere può essere la strada giusta.

Se ne faccia carico l’organo  legislatore regionale.

       Il capogruppo del Partito Democratico Carmela Daidone

                Il consigliere   Antonio Pino Agliastro

 

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