“I boss escono per il COVID-19 e i carcerati che fanno percorsi riabilitativi di reinserimento sociale restano dentro. A Favignana il presunto boss di Vito D’Angelo torna a casa.”

Il presidio Libera “Fulvio Sodano” delle Isole Egadi torna a rimarcare la gravità di avere mandato ai domiciliari per la seconda volta un soggetto come Vito D’angelo, presunto capo mafia di Favignana arrestato lo scorso marzo nell’operazione detta “SCRIGNO”.

Ci esponemmo pubblicamente la prima volta che fu messo ai domiciliari, contrari alla scelta che il giudice fece allora (in questo caso trattandosi di misura cautelare non parliamo del giudice di sorveglianza). Dopo pochi giorni apprendemmo dalla stampa la nuova restrizione in carcere dello stesso per violazione dei domiciliari.

Oggi nuovamente ritorna a casa per il rischio del coronavirus. Per noi è una scelta sbagliata, anche se deve essere sempre garantita il senso di umanità nella pena (art. 27 della costituzione) e il diritto alla salute (art. 32 della costituzione).

E qui andiamo a toccare un argomento che sta infiammando l’Italia in questi giorni. Concedere ai boss di mafia già condannati e al regime di carcere duro (art. 41 BIS) la misura detentiva alternativa dei domiciliari.

Noi come associazione siamo contrari perché di fronte ai reati di mafia lo stato non può fare passi indietro, perché si perde tutti. Serve da parte della politica e del governo un atto di responsabilità normando sulla questione senza lasciare possibili vuoti.

La costituzione deve essere sempre la nostra bussola, non lasciando mai al caso la sicurezza collettiva.

Troviamo inutile e strumentale in questo momento prendercela con la magistratura di sorveglianza, che applica pedissequamente le norme che la politica ha dato come strumento di valutazione.

Siamo altresì favorevoli in questo frangente di crisi per il coronavirus che ha tirato fuori ancor di più la carenza strutturale delle carceri italiane, la possibilità di applicare misure alternative al di fuori delle carceri a persone che da anni hanno intrapreso percorsi virtuosi di reinserimento sociale e giustizia riparativa. Applicando questo principio allargandolo anche a chi manca meno di 3 anni di detenzione andremmo verso una riduzione del 30/40%.

Ritornando alla nostra isola di Favignana, noi di Libera Isole Egadi chiediamo vigilanza alle forze dell’ordine presenti sul territorio, sempre vicine alla comunità, che in questo periodo di quarantena forzata ha fatto ancor di più esaltare la piaga dell’uso di sostanze stupefacenti”.

Libera Isole Egadi

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