LA FASE 2 DELLA CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA VA GESTITA CON BUON SENSO NELL’INTERESSE DI IMPRESE E LAVORATORI

“Aveva ragione il Consiglio nazionale dei Consulenti del lavoro quando, al tavolo con il governo Conte, insisteva sul fatto che anche la cassa integrazione in deroga istituita per l’emergenza Covid dovesse essere gestita direttamente dall’Inps senza il passaggio intermedio delle Regioni. Lo conferma il fatto che le domande di cassa integrazione ordinaria gestite dall’istituto sono andate avanti speditamente, mentre quelle di Cigd hanno subito forti ritardi, in tutte le Regioni, a danno di quelle imprese che hanno potuto anticipare le spettanze ai propri dipendenti e dei milioni di altri lavoratori che invece ancora aspettano il dovuto dopo tre mesi”.
Lo dichiara Rosalia Lo Brutto, presidente della Consulta regionale degli Ordini dei consulenti del lavoro della Sicilia, che spiega: “Il dialogo costante fra Inps, imprese e consulenti del lavoro da sempre si basa su database e codici ormai automatizzati che consentono l’immediato riconoscimento e la validazione di ogni richiesta aziendale e dei singoli lavoratori assunti. E anche se non è stato facile neanche per l’Inps adattare all’emergenza norme poco chiare e pensate per situazioni ordinarie, l’errore che ha generato il caos è stato il non valutare che le Regioni non erano preparate a interfacciarsi con questo sistema: ciascuna ne ha dovuto creare uno nuovo che non sempre è riuscito a dialogare efficacemente con l’Inps. Per non parlare del disguido sui fondi bilaterali per l’artigianato”.
“Eppure – osserva Rosalia Lo Brutto – in Sicilia con enorme senso di responsabilità tutte le parti in causa si sono adoperate con impegno e sacrificio per cercare, in ogni modo, di arrivare comunque e prima possibile al risultato voluto dal legislatore: non lasciare nessun lavoratore senza soldi. Noi consulenti del lavoro per primi, esposti alle pressioni di imprese e dipendenti, abbiamo cercato il costante dialogo con Regione e Inps per dare suggerimenti e superare le criticità, e con l’Abi per migliorare il meccanismo degli anticipi bancari; il personale regionale, anche se le apparenze all’esterno facevano pensare il contrario, abbiamo potuto riconoscere che ha lavorato incessantemente, spesso in condizioni proibitive, trovandosi di fronte ad una montagna di quasi 44mila pratiche che sembrava insormontabile al cospetto dei tempi ristretti; e quello dell’Inps, che ha operato con la massima flessibilità possibile per gestire pratiche che, proprio perché era la prima volta, non sempre erano perfette”.
“Questa esperienza – sottolinea Lo Brutto – deve fare capire a chi di dovere che tutto ciò si sarebbe potuto evitare se le decisioni e le relative applicazioni non fossero state condizionate da contrapposizioni politiche e individualismi. Invece avrebbe aiutato molto istituire un tavolo permanente di confronto fra Regione, Inps e consulenti del lavoro, al quale sarebbe stato certamente prezioso il necessario e dovuto contributo di sindacati e associazioni di imprese”.
“Adesso – conclude Lo Brutto – occorre gestire con enorme buon senso la fase 2 della Cig in deroga. A partire dalle pratiche errate, per il cui smaltimento i consulenti del lavoro sono pronti a collaborare con il personale regionale, che ci risulta abbia ricevuto diverse indicazioni operative che facilitano la soluzione dei nodi che sono emersi. Per passare poi velocemente al rinnovo di altre cinque settimane di integrazione salariale, che giustamente non passerà più dalle Regioni, ma per il quale si attendono ancora i decreti attuativi e le indicazioni operative, la cui emanazione sollecitiamo, dato che si avvicina il 18 giugno, data fissata per l’inoltro delle nuove domande all’Inps”.

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