Sequestrato e picchiato per ore. Arrestate tre persone

Fine settimana di intenso lavoro quello appena trascorso per i carabinieri della Stazione di Calatafimi Segesta diretti dal Maresciallo Giuseppe De Rosa e coordinati dal Comando Compagnia di Alcamo diretto dal Capitano Savino Capodivento, infatti nella mattinata di ieri, intorno alle ore 8 circa, giungeva presso la Centrale Operativa della Compagnia di Alcamo una segnalazioneda parte del locale Pronto Soccorso, in quanto, poco prima, era stato accompagnato dall’ambulanza del 118 un cittadino straniero che presentava varie contusioni dovute a percosse e che lo stesso aveva riferito essere riconducibili ad un sequestro di persona. Immediatamente i militari si recavano presso il cennato Pronto Soccorso ove constatavano la presenza di un uomo, in barella, con il volto ed il corpo completamente tumefatti che, successivamente, veniva identificato in O. Vlad, rumeno classe 1986, domiciliato in Calatafimi Segesta, ove riferiva di lavorare come pastore. I militari rimanevano sul posto in attesa che il predetto riuscisse a fornire qualche elemento di dettaglio, anche nella considerazione che i sanitari stavano in quel momento effettuando le necessarie visite mediche. Nel frattempo, posto che lo stesso non interloquiva bene in italiano, veniva nominata un interprete, quale ausiliario di P.G., affinché traducesse le dichiarazioni riferite dalla P.O. eal fine di raccoglierne la denuncia.
Dalla dichiarazioni rilasciate ai militari si poteva così ricostruire la vicenda, la vittima la sera prima alle ore 20 circa, aveva ricevuto una telefonata da un suo connazionale, tale Vlase Vasilica, il quale gli chiedeva di andare a casa sua. Durante il percorso incontrava un altro suo connazionale Babiuc Sever Catalin, che lavorava con lui presso un ovile a Calatafimi. Insieme i due, poco dopo, si incamminavano in direzione della casa del Vasilica. Ivi giunti la vittima si sedeva al tavolo e poco dopo scendevano dal piano superiore dell’abitazione il fratello del Vasilica, Vlase Ionut.
Nel frattempo il Vasilica si era dotato di un tubo in gomma, del tipo per acqua e dopo aver spinto a terra il Vlad, insieme al fratello e al Catalin, a turno, in due lo bloccavano mentre il terzo lo percuoteva con il tubo in gomma e successivamente con un bastone di legno e con un ascia che utilizzavano dal lato non tagliente. Durante le percosse sia il Vasilica che il Catalin puntavano più volte un coltello alla gola del malcapitato e lo minacciavano di morte nel caso si fosse rivolto alle autorità. La vittima precisava di non avere la possibilità di scappare poiché i tre connazionali avevano chiuso la porta di casa a chiave ed anche perché lo trattenevano per malmenarlo. Mentre il Vlad veniva percosso, gli veniva rubato un telefono cellulare Samsung, i documenti personali e la somma di 150 euro.
Alle ore 5 circa, i tre smettevano di percuoterlo per andare a dormire, non prima però di averlo ulteriormente minacciato e lasciandolo seduto su una sedia della cucina.
Alle ore 6:30 circa successive uno dei tre aguzzini Ionut usciva di casa per andare al lavoro chiudendo, non a chiave, la porta. Nella circostanza intimando al Vlad di non muoversi prima che si fosse alzato il fratelloVasilica. Invece, poco dopo, la vittima, approfittando del fatto che la porta non fosse chiusa a chiave, si dava alla fuga nascondendosi nei pressi di una vicina abitazione fino all’arrivo dei soccorsi.
I medici del pronto soccorso terminata la visita riscontravano il Vlad affetto da trauma cranio facciale, trauma escoriato con ecchimosi multiple alla regione dorsale, trauma addominale e giudicato guaribile in 15giorni.
Dunque, i militari, ricostruita la vicenda, immediatamente si recavano presso l’abitazione del Vlase Vasilica, in Calatafimi Segesta, teatro del sequestro e delle sevizie, ove veniva effettuata una immediata perquisizione al fine di rinvenire cose o tracce pertinenti il reato. Ed invero, giunti sul luogo, avuta la presenza di Vlase Vasilica e del connazionale Babiuc Sever Catalin, veniva eseguita una perquisizione personale e domiciliare, nel corso della quale venivano rinvenuti il cellulare oggetto di furto, i documenti della vittima e la somma contante di 150 euro, nonché numerosi oggetti atti ad offendere tra cui bastoni, accette, coltelli, tubi in gomma, forbici, martelli, alcuni dei quali con tracce di sostanza ematica, che venivano contestualmente sottoposti a sequestro.
Alla luce di quanto emerso il Vlase Vasilica e Il Babiuc Sever Catalin, venivano quindi tratti in arresto e successivamente dopo una breve ricerca veniva arrestato anche il terzo complice Ionut, rintracciato in una campagna presso cui lavorava come bracciante.
Avvisato telefonicamente, il P.M. di turno presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani – Massimo Palmeri – disponeva la traduzione degli arrestati, al termine delle formalità di rito, presso la Casa Circondariale di Trapani a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Gli inquirenti ritengono che dietro all’efferato gesto non vi sia soltanto il movente della rapina, quanto piuttosto un regolamento di conti tra connazionali. Su quest’ultima pista, che tuttavia richiederà ulteriori approfondimenti, si mantiene il massimo riserbo.

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