La Sicilia, chiude la redazione di Trapani. A perdere è l´informazione

Mi sembra ieri, ma sono passati ben venticinque anni da quel giorno in cui s’insidiò la redazione trapanese della “Sicilia di Catania”. Era un bel gruppo, capitanato da Antonello da Catania. Con lui quello che aveva fortemente voluto questa apertura, Giuseppe Bruccoleri che da tantissimi anni ne era il corrispondente. Poi siamo arrivati noi, alla spicciola: Mariza D’Anna, Paolo Tartamella, Alberto Costantino, e poi Franco Cammarasana, Aldo Virzì, Salvatore Girgenti, Elio D’Amico, Salvatore Vassallo, Peppe Cassisa, Margherita Leggio, Salvatore Puccio. Questa è la redazione immortalata in una foto appesa all’ingresso della redazione in via Giardini, ad essi si sono poi aggiunti altri, e altri sono andati via, ma per ben venticinque anni hanno redatto le pagine della nostra provincia.
Adesso arriva la notizia che a causa della crisi che assilla l’editoria siciliana, l’editore ha deciso con l’avvallo del Cdr del quotidiano catanese, di chiudere la redazione di Trapani (e quella di Palermo).
La perdita dell’informazione giornalistica sul nostro territorio è molto grave, la Sicilia rappresentava un’alternativa e un confronto leale con la stampa palermitana rappresentata nella nostra provincia. Oggi rimaniamo orfani di una pagina ben fatta, con informazioni puntuali e come si legge nel Comunicato stampa dell’Associazione Stampa di Trapani “La Sicilia ha consentito dibattiti e confronti su temi fondamentali per lo sviluppo sociale, culturale, economico e umano. In questi lunghi anni l’edizione trapanese del giornale non ha seguito la facile rotta della comunicazione ma ha posto al centro della sua attività l’impegno di informare quotidianamente i suoi lettori”.
L’arrivo di questa notizia ha suscitato in me molta emozione e rabbia. Ho fatto parte della redazione fino al 1995 e solo per motivate ragioni di lavoro ho dovuto lasciare. Ma sicuramente non potrò mai dimenticare il bel gruppo che si era creato e come il lavoro si svolgesse nell’assoluta cooperazione. Sono stati cinque anni molto intensi, dove ognuno aveva il suo ruolo e la cultura e spettacolo di cui mi occupavo in quel periodo era molto intensa, soprattutto ad Erice con Carlo Quartucci. Alla amarezza della chiusura comunque si aggiungere anche la delusione. A pagare le crisi sono sempre i più deboli e Trapani lo è sempre stata, tuttavia questa città con mille problemi mai risolti deve tenere duro: non può sempre perdere!

Alberto Costantino

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