Trapani e i suoi palazzi signorili “Palazzo Platamone”
A Trapani, nel periodo a cavallo tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo, i nobili abitavano in splendidi palazzi, simbolo del prestigio della casata, non solo con i propri familiari ma anche con un nutrito stuolo di servi con relative famiglie.
Tutte le città intorno al 1800 cominciarono ad espandersi al di là delle antiche mura della città, anche Trapani non fu da meno, iniziarono a sorgere diversi palazzi di casate nobili, tra questi nel 1900 per merito del marchese Enrico Platamone, sorse l’omonimo palazzo.
L’edificio si trova in una posizione esteticamente rilevante, si affaccia infatti tra la piazza Vittorio Emanuele e la villa Margherita. L’architettura esterna è quella tipica del neoclassicismo, gli infissi sono delimitati da cornici e al secondo piano sono completate da decorazioni in bassorilievo. La struttura si eleva in diversi piani, l’ingresso principale è costituito da un grande portone che si affaccia di fronte alla villa Margherita, attraverso il quale si accede ad un grande atrio dove erano collocate le scuderie. Ai lati del cortile, dalla parte opposta, si trovava la scala di servizio tipicamente fatta “alla trapanese” costruita cioè da pietra misca. Nel cortile si trova la maestosa scalinata in marmo di “Carrara” che conduce all’appartamento gentilizio.
Gli interni sono di uno splendore unico , in particolare il salottino “pompeiano” ,nel salotto “da fumo”, e nel grande salone delle feste. Le pareti sono foderate da tessuti damascati con in alto cornici in bassorilievo mentre gli arredi, i mobili, i lampadari, i quadri di gran valore sono personalizzati con lo stemma di famiglia.
I soffitti sono dipinti in modo molto accurato con disegni tipici di quel periodo come del resto anche la pavimentazione di graniglia e maiolica.
Francesco Catania
