Arrestato presunto ladro, sfuggiti dopo rocambolesco inseguimento i suoi presunti complici
Nell’ambito dell’intensificazione dei servizi straordinari di controllo del territorio, al fine di garantire una maggiore sicurezza ai cittadini, la Polizia di Stato di Trapani ha tratto in arresto, in esecuzione della misura cautelare della custodia agli arresti domiciliari, per i reati di tentato furto aggravato in concorso e rapina impropria aggravata in concorso, nonché per danneggiamento aggravato e porto ingiustificato di armi ed oggetti atti ad offendere, il trapanese L.F., classe ‘96.
In particolare l’attività di pattugliamento e presidio del territorio da parte degli Agenti della Squadra Volante, costantemente impegnati nel contrasto ai reati predatori e ai delitti contro la persona ed il patrimonio in genere, ha consentito di individuare, a seguito di un’approfondita attività di indagine, il soggetto in questione resosi autore dei suddetti reati.
Nei fatti, si rappresenta che nella notte del 04.10.2015 due equipaggi di volante, a seguito di segnalazione su linea di emergenza 113, si recavano prontamente presso l’Istituto comprensivo “G. Falcone”, per allarme di intrusione.
Ivi giunti gli agenti constatavano che si era da poco consumato un tentativo di furto, in quanto su una delle porte del predetto istituto scolastico vi erano evidenti segni di forzatura.
Mentre erano ancora in corso le fasi del sopralluogo, gli operatori udivano un altro segnale acustico di allarme proveniente dall’Istituto comprensivo “Nunzio Nasi”, distante appena 100 metri dalla loro posizione.
Pertanto, immediatamente si recavano in direzione della seconda scuola, non escludendo che gli autori del tentato furto appena constatato avessero deciso di perpetrare un’ulteriore azione delittuosa presso un altro obiettivo.
In effetti, giunti quasi all’incrocio tra le vie De Santis e La Grutta, gli agenti notavano sopraggiungere da quest’ultima strada, dalla direzione opposta alla loro, un’autovettura con a bordo quattro giovani viaggiante a fari spenti e conseguentemente decidevano di procedere ad un controllo.
Tuttavia, il conducente del veicolo, al fine di sottrarsi al controllo di polizia, seppur la sua macchina fosse stata messa nel mezzo dalle due volanti, innescava in maniera repentina la retromarcia collidendo violentemente con una delle vetture di polizia, per poi darsi a precipitosa fuga, insieme agli altri tre soggetti, abbandonando il mezzo poco distante.
Nell’occasione il viso del conducente veniva perfettamente visto dagli agenti i quali procedevano anche ad immediati accertamenti sul mezzo abbandonato.
All’esito di siffatti controlli raggiungevano l’intestatario del veicolo ed identificavano l’effettivo utilizzatore del mezzo.
Inoltre, ispezionando il bagagliaio della vettura, veniva recuperata la refurtiva consistente in 4 computer portatili asportati, sottratti alla scuola “Nunzio Nasi”, con relativi carica batterie, nonché venivano rinvenuti arnesi atti allo scasso, posti sotto il vincolo del sequestro.
Pertanto, riconosciuto senza ombra di dubbio il L.F. dagli agenti, e poiché a seguito dell’attività investigativa, emergeva, inequivocabilmente, che i segni di effrazione impressi sulla porta della scuola G. Falcone, nella finestra della scuola Nunzio Nasi e negli alloggi metallici dei PC asportati da quest’ultima, erano corrispondenti con le dimensione delle punte dei giravite rinvenuti nel portabagagli dell’autovettura in sequestro, si provvedeva a denunciare il L.F., richiedendo una idonea misura cautelare.
L’impianto accusatorio veniva condiviso dall’Autorità Giudiziaria di Trapani, la quale ritenendo che il L.F. avesse agito denotando l’inserimento nell’ambito di una vera e propria banda, una “squadra del crimine”, organizzata, al fine di commettere reati contro il patrimonio, disponeva la misura cautelare degli arresti domiciliari con la prescrizione di indossare il c.d. “braccialetto elettronico”, pena la più grave misura della custodia cautelare in carcere. La misura veniva immediatamente eseguita dagli agenti della Squadra Volante. Sono in corso ulteriori indagini per identificare gli altri complici.
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