Sequestrati beni per 6 milioni di euro

DSC00901Su proposta del questore di Trapani, Maurizio Agricola, il Tribunale cittadino ha disposto il sequestro di beni nei confronti di Salvatore Candela, classe 1967, e Nicolò Candela, classe 1946, imprenditori edili attivi soprattutto nel settore degli appalti pubblici, ritenuti vicini alle famiglie mafiose della provincia.
Il sequestro, del valore complessivo stimato di 6 milioni di euro, è stato eseguito stamani dalla Divisione Anticrimine e dalla Squadra Mobile della polizia di Trapani e dal Nucleo di Polizia Tributaria della guardia di finanza, nella frazione trapanese di Fulgatore, a Valderice, Paceco, Palermo e nella località palermitana di Prizzi. Riguarda 8 immobili, 37 beni mobili quali autovetture e altri mezzi, 5 società o imprese, 10 partecipazioni in altre società, 114 tra conti correnti e altri rapporti bancari. “Si tratta di una misura di prevenzione a carattere cautelare e provvisorio – hanno specificato dalla Questura, nel corso di un’apposita conferenza stampa –. I due Candela non sono stati né denunciati né arrestati. È una prima attività che dovrà successivamente trovare conferma”.
Le indagini condotte da questo fruttuoso “gruppo di lavoro”, appositamente creato nel gennaio 2011 e che ad oggi ha portato al sequestro di beni per oltre 100 milioni di euro, avrebbero permesso di accertare “l’asservimento del gruppo imprenditoriale Candela alla famiglia trapanese di Cosa Nostra, alla quale i Candela hanno garantito ingenti risorse economiche nel redditizio settore degli appalti pubblici”, traendo “rilevanti vantaggi economici dall’illecita aggiudicazione di appalti pubblici fino ad epoca recente”. Sarebbero state accertate responsabilità in casi quali ad esempio l’illecita assegnazione di appalti indetti dal Comune di Valderice nel 1999 e la tentata turbativa del pubblico incanto presso la Provincia di Trapani per lavori di adeguamento dell’Istituto Tecnico per Geometri. In quest’ultimo caso, sarebbe stata pattuita una tangente di 50 milioni delle vecchie lire, poi risultata inutile per via di un’errata offerta di ribasso, errore che face aggiudicare i lavori a un’altra impresa. Stando alle risultanze delle attività investigative, i Candela sono risultati vicini alla famiglia Virga e a personalità come Tommaso Coppola e Antonino Birrittella, ritenuti principali referenti  di Francesco Pace.

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