Arrestato per furto di cavi di rame partinicese in trasferta

Colonnine luceIl rame entra sempre più nel mirino di molti malviventi, i quali asportano cavi dai tanti tralicci della linea elettrica presente in tutta la Provincia di Trapani, forti del fatto che alcune zone sono sia tanto “ricche” quanto isolate e poco controllate.
Di recente, su tutta la valle del Belice si sono verificati furti di cavi elettrici che oltre a causare danni economici al principale distributore nazionale di energia elettrica, hanno creato disagi alla cittadinanza, trovatasi all’improvviso senza luce. Di recente, inoltre, presso lo svincolo di “Poggioreale” sulla SS. 624, l’ANAS è stata derubata di circa 1300 metri di cavi di rame necessari per l’illuminazione pubblica del tratto di strada.
La Compagnia dei Carabinieri di Castelvetrano ha quindi deciso di concentrarsi su questo dilagante e problematico fenomeno, predisponendo dei particolari servizi specie nelle ore notturne, per sfruttare il “fattore sorpresa”.
Lo scorso venerdì notte, a Poggioreale, i militari sono intervenuti in uno dei tanti “raid”. Una pattuglia della locale stazione, infatti, nel transitare nei pressi dello svincolo della SS 624, dopo aver notato alcune matasse di rame nelle vicinanze del deposito ANAS, si è appostata e ha notato un soggetto che, alla vista dei militari, si è dato alla fuga nei terreni circostanti. La sua corsa è durata poco: l’uomo è stato bloccato e accompagnato in caserma. La refurtiva, pronta per essere recuperata, consisteva in circa 17 matasse di filo di rame per un totale di circa 500 chili, che avrebbero fruttato circa ottomila euro. Tutto il materiale è stato restituito al personale dell’ANAS.
L’uomo, Vincenzo Vitale, pregiudicato di anni 45, è stato dichiarato in stato di arresto per tentato furto aggravato e tradotto agli arresti domiciliari presso la propria residenza di Partinico (Palermo) in attesa del giudizio di convalida. Questo, avvenuto, nel pomeriggio di sabato scorso, oltre a convalidare l’arresto con l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, prescrivendo all’uomo l’obbligo di dimora nel luogo di residenza.
“Il colpo messo in atto dal pregiudicato – si legge in una nota –, che verosimilmente non operava da solo, è frutto di analogo modus operandi che era stato utilizzato per realizzare gli altri furti avvenuti nell’ultimo periodo nella stessa zona”.

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