Girolamo Fazio, interviene sulla relazione della Commissione Consiliare di indagine sull’Ente Luglio Musicale Trapanese e sull’articolo di un quotidiano che ne riprende alcuni contenuti.
La “Commissione Consiliare di indagine sull’Ente Luglio Musicale Trapanese» (istituita con deliberazione consiliare n° 69 il 12 giugno 2014) con le sue dodici paginette di relazione finale è la rappresentazione plastica della montagna che ha partorito il topolino. Due anni di lavoro, che in realtà sono stati pochi mesi se non addirittura poche settimane, per dichiarazione espressa messa nero su bianco dagli stesi componenti la commissione, per sviluppare una indagine molto parziale. Parziale perché limitatissima nel tempo, in pratica una indagine dal 2012 ad oggi; parziale perché la commissione non è mai veramente pervenuta in possesso della documentazione contabile necessaria; parziale perché vi sono omissioni tanto più gravi in quanto relative a vicende già rese note e pubbliche dai giornali ma neppure accennate nel documento finale. La commissione in uno striminzito passaggi di poche righe, le stesse riprese dal Giornale di Sicilia nell’articolo titolato «L’Ente Luglio è da tutelare» a firma di Antonino Donato, scrive: «si vuole evidenziare come il “problema Luglio Musicale”, dalle carte fin qui prese in esame e dagli incontri avuti con alcuni dei protagonisti della gestione più recente dell’Ente, sembra essere rimandabile in larga parte alle importanti difficoltà economiche ereditate».
La Commissione indagatrice nulla ci dice quali siano queste difficoltà economiche ereditate, né ci dice ereditate da chi e perché, e per come. Ci dice invece che dal 2012 ad oggi va tutto bene “madama la marchesa” e che, come anche titola un quotidiano, «L’Ente Luglio è da tutelare». Bene, avevamo proprio bisogno di una commissione di indagine che indagasse per ben due anni per pervenire a questa lapalissiana conclusione. Null’altro ci dicono i campioni dell’ovvietà che hanno firmato la relazione finale (i consiglieri Barbera, Giarratano, Lamia, Vassallo A. mentre il consigliere Sveglia prudentemente sembra non l’abbia firmata), che pure avrebbero potuto pescare a piene mani nel nutrito numero di relazioni degli anni precedenti e nella corposa indagine amministrativa, mai smentita dai destinatari della stessa e confermata, per le fattispecie di “mala gestio” evidenziate, in tale contesto formale, niente di meno che dalla Guardia di Finanza di Trapani.
La svista più evidente è quella relativa al contenzioso giudiziario nato dal temerario licenziamento di un dipendente dell’Ente da parte dell’Amministratore Delegato del tempo, avv. Biagio Bosco, con successiva riammissione in servizio a seguito di una causa persa dal Luglio Musicale innanzi al giudice del lavoro. Vicende che fu riportata dai giornali, che ebbe uno strascico politico amministrativo attraverso interrogazioni ed interventi d’aula. Eppure di tutto ciò nella relazione d’indagine non se ne fa cenno. E però la stessa commissione di corta memoria che dimentica di dirci del contenzioso e se questo contenzioso abbia avuto o no, e in che misura, delle conseguenze sul piano economico finanziario per il Luglio Musicale, non manca di sottolineare per ben due volte che l’avv. Biagio Bosco s’è ridotto il compenso, implicitamente indicandolo come esempio virtuoso di amministratore. Ancora dimentica la commissione di dirci, una volta e per tutte se e quante poste negative e di che natura sono state iscritte a bilancio dal virtuoso amministratore delegato che s’è ridotto il compenso ma che con una certa frequenza è stato citato in giudizio dagli artisti ingaggiati per contratti non onorati, in tutto o in parte. Solo la commissione si limita a citare indefinitamente che «Un importante capitolo della rendicontazione per l’anno 2013 riferisce poi, di transazioni in corso, in quel momento, con artisti ed altri soggetti creditori a vario titolo per centinaia di migliaia di euro. Essendo tutto ciò ancora in itinere, non è possibile quantificare con esattezza l’incidenza sul bilancio delle cifre del debito pregresso». Quindi la commissione d’indagine ammette di non essere stata in grado di indagare “essendo tutto ciò in itinere” (sic!).
Né mai sono state citate dalla inutile commissione d’indagine le innumerevoli operazioni che sono state messe in piedi per consegnare, proprio nell’anno 2012, alla fine del mio mandato di sindaco, un Luglio Musicale se non in buona salute, almeno in via di remissione finanziaria. Solo per ricordare alcune attività diciamo “di cura” del malato “Luglio Musicale” avviate con l’auto competente di alcuni preziosi collaboratori all’epoca del mio mandato di sindaco:
- Euro 400.000,00 per interventi urgenti ed indifferibili di primo soccorso mirati ad evitare che il paziente morisse tra le braccia dei soccorritori e finanziati con la contrazione di un mutuo;
- Oltre Euro 200.000 per altri interventi urgenti finanziati con apporti straordinari degli Enti /soci;
- poco meno di Euro 800.000, per il completamento degli interventi curativi e riabilitativi “indifferibili” finanziati con un apporto straordinario del socio Comune di Trapani, accordato nell’ambito dell’operazione Palazzo Lucatelli, assentita dal competente Ministero;
- oltre Euro 100.000 per la prosecuzione delle costose cure riabilitative, finanziate con apporti ordinari e con economie gestionali.
Ci si vede costretti a ricordare la concretezza di quelle operazioni economiche e finanziarie di fronte alla inconsistenza di una commissione consiliare incapace, in due anni, di analizzare con obiettività l’andamento artistico ed economico finanziario dell’Ente. Non ci spiega, per esempio, l’ineffabile commissione da dove derivino gli alti costi per i contenziosi giudiziari che l’Ente dal 2012 ad oggi ha dovuto iscrivere a bilancio, chi e quando ha firmato contratti e affidato incarichi senza poi onorarli. Attendiamo fiduciosi una prossima commissione che, questa volta davvero, voglia sforzarsi di comprendere e capire senza che ci ammorbi con la banalità che «L’Ente Luglio è da tutelare», perché questa è una verità che i trapanesi già conoscono. Sono altre le verità che, invece, bisogna ancora conoscere e capire.