Feamp, il ruolo delle Organizzazioni dei Produttori della Pesca. La strategia dell’aggregazione
Dal mondo dell’economia a quello della sanità, da quello del settore pesca a quello della comunicazione, da quello delle istituzioni a quello delle associazioni di categoria. Erano tutti presenti ieri alla tavola rotonda organizzata dall’Associazione di Produttori (OO.PP.) della Pesca Siciliana e dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura con il patrocinio del Comune di Marsala (Tp).
Un’intensa mattinata, presso la sala convegni del Monumento ai Mille della cittadina del Trapanese, dedicata alla presentazione dell’opuscolo realizzato dall’Organizzazione dei Produttori della Pesca Sicilia in collaborazione col Dipartimento Regionale della Pesca Mediterranea. Contestualmente è stata l’occasione per presentare la neonata Associazione delle Organizzazioni dei Produttori (ASSO. OP. SICILIA) costituitasi l’8 novembre: il primo modello di aggregazione tra Organizzazioni di produttori in linea con la nuova PCP e OCM (Reg 1379/2013).
Fare rete è l’unica soluzione in un mercato globale. Ma per farlo occorre essere preparati sotto ogni aspetto. Questo è stato il leit motiv della tavola rotonda.
Ad aprire i lavori il sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo: “Sono contento – ha esordito – che abbiate scelto Marsala come luogo per questo incontro: cittadina di agricoltori e di pescatori. La valorizzazione del pescato siciliano partendo dai suoi protagonisti, i pescatori, non può che trovarmi concorde”.
Il convegno si è articolato in due fasi: una prima parte dedicata agli aspetti economici e normativi con la partecipazione di professori universitari e medici veterinari; una seconda che ha visto i protagonisti del coordinamento OO.PP. e le istituzioni.
Il punto di partenza, messo subito sul tavolo dal dirigente UOB1 S/2 del Dipartimento Regionale della Pesca Mediterranea, Domenico Targia, è il calo di occupazione nel settore: “Rispetto al 2013, – afferma Targia – nel 2014 si attesta allo 0,3 per cento”. Ma non solo, “nel mercato mediterraneo la Sicilia incide solo dell’8,5 per cento: troppo poco”.
Dati confermati dall’analisi di Gioacchino Fazio, del Dipartimento Scienze economiche, aziendali e statistiche dell’Ateneo palermitano, che ha anche fornito numeri sul consumo di pesce: “Nel 2015 il 53 per cento è consumo di pesce allevato. L’Italia è allineata all’offerta ma non la soddisfa. Ne copre infatti solo il 25 per cento. Esportiamo un decimo d quello che importiamo. Un po’ meglio la Sicilia rispetto al resto d’Italia ma non basta”.
In questo contesto diventa così fondamentale il ruolo delle OO.PP.: “Occorre aggregare l’offerta produttiva per essere competitivi in un mercato globale”, sintetizza Filippo Sgroi del Dipartimento Scienze Agrarie e Forestali dell’Università di Palermo. Un “mettersi insieme” che ha le sue “regole”, ieri elencate da Francesco Marrone, dottore commercialista di Marsala. Il suo è stato un excursus su tutti gli aspetti fiscali e amministrativi ai quali si aggiungono quelli richiesti dal regolamento europeo analizzati dal medico veterinario Giuseppe Barbera: “Tracciabilità, etichetattura, informazione per i consumatori, sono aspetti sui quali si lavora negli ultimi anni ma che vanno rivisti e potenziati: è da questi che inizia la rivalutazione del pescato siciliano”.
Ma oltre a “saper fare economia” e “saper essere in regola”, bisogna saper anche comunicare. E su questa tematica Vincenzo Russo, esperto in neuromarketing, ha fornito alcune dritte.
Insomma un settore vasto, quello della pesca, che abbraccia tanti altri settori e che per rilanciarlo occorre un dialogo tra tutte queste realtà. Ma, di certo, al centro, e tra l’altro ne costituisce il centro propulsore, vi è il pescatore: è lui che genera lavoro, per riprendere le parole del professore Fazio.
Da qui la creazione del coordinamento delle OO.PP., “certi che occorre costruire insieme una nuova economia del mare”, come ha affermato Natale Amoroso, presidente dell’Organizzazione di Produttori della Pesca di Trapani, una delle cinque OO.PP. del Coordinamento.
Realtà che è stata seguita, sotto il piano strategico, da Paolo Giarletta dello Studio Nouvelle Consulting: “Mettersi insieme e fare strategia per utilizzare in maniera efficace ed efficiente le risorse comunitarie”.
Del resto, come sottolineato durante il convegno dal presidente I.P.I. (Italiana Produttori Ittici) Giovanni Basciano, “il ruolo delle OO.PP. è strategico in Italia nelle nuove OCM”.
A chiudere i lavori Dario Cartabellotta, dirigente generale del Dipartimento Regionale della Pesca Mediterranea, e l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici.
“Il nostro auspicio – ha detto Cartabellotta – è che le OO.PP. siano in grado di creare un unico marchio collettivo con un disciplinare di processo e di prodotto tale da dar vita ad un’offerta aggregata e fornire un utile strumento per portare sulla tavola dei consumatori il pesce siciliano”.
E per farlo occorre “organizzazione, innovazione, tracciabilità, promozione e commercializzazione in una nuova ottica di economia del mare. Con il coordinamento OO.PP. siamo in grado di fare un salto di qualità – ha concluso Cracolici – in perfetta sintonia con le linee guida della nuova programmazione“.