Pantelleria, nasce l’Associazione a Tutela del Territorio

È nata a Pantelleria l’Associazione a Tutela del Territorio senza scopo di lucro, regolarmente registrata il 2 dicembre di quest’anno dal notaio Sergio Bandini. L’associazione raccoglie già più di 150 firme e “si prefigge – come afferma il neo-presidente dott. Nicola Barraco – di difendere non solo il territorio ma anche gli interessi di pescasportivi e cacciatori e di tutti quelli, che nel rispetto della legge, trovano eccessivamente limitative e dannose per la comunità le regole imposte del nuovo parco”.
La prima mossa, infatti, della neo associazione è stata quello di chiedere un incontro con chi rappresenta il nuovo Parco, al fine di capire se si può andare ad un compromesso per alcune finalità. Da poco infatti e con decreto legge dello Stato a Pantelleria è stato istituito il nuovo Parco per tutelare una delle zone più belle dell’Isola. L’istituzione nasce dopo il violento incendio dell’estate scorsa che ha distrutto alberi secolari, macchia mediterranea e boschi. Tuttavia la zona, anche se divisa in tre fasce, sembra molto ampia e limita completamente molte attività. I molti pescatori sportivi non riescono a capire perché è stata abolita anche la pesca con l’amo e canna, oltre la caccia.
“Per intenderci – continua il Presidente – esiste già un progetto che prevede il sacrificio di un vasto appezzamento già ricadente nell’ex Riserva Orientata e data alle fiamme, che sarà nel Parco destinato all’Agricoltura, mentre prima dell’incendio lo stesso era ricchissimo di flora mediterranea con scarse o nulla colture marginali, habitat essenziale anche per nidificazione di piccoli uccelli stanziali e migratorie e del coniglio.” Perché questa trasformazione? Si chiedono gli abitanti della zona e moltissimi panteschi. Se la zona verrà trasformata in agricola oltre alle coltivazioni verranno costruite abitazioni rurali alterando così anche il concetto della nuova costituzione del Parco. E allora? Ma vediamo cosa si prefigge la legge e come viene e verrebbe attuata. La legge è la n. 394/91 e prevede la divisione in tre zone: Zona A: riserva integrale; zona B riserva generale; zone C aree di protezione; nella legge esiste anche una zona D che sono delle aree di promozione economica e sociale la cui corretta individuazione comporta la necessità di studi di dettaglio e di un importante processo di consultazione e partecipazione della comunità residente, che condurrà alla redazione ed adozione del piano del parco, operazione che dovrà essere conclusa entro 18 mesi dalla istituzione del parco stesso che verrà sancita con la firma del decreto da parte del presidente della repubblica.
Il piano prevede sistemi di accessibilità veicolare e pedonale riguardo ai percossi e strutture riservate ai disabili, ai portatori di handicap ed agli anziani, oltre ai sistemi di attrezzature e dei servizi per la gestione e la funzione sociale del parco, musei, centri visite, uffici informativi, aree di campeggio, attività agro turistiche non potranno mancare indirizzi e criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull’ambiente naturale in genere.
Si nota anche che per le tre zone esiste una fase transitoria: 1) zone 1, costituite dalle future zone a e b ossia ambienti naturali è lasciato nella sua integrità e corrispondente alla preesistente riserva naturale orientata. Dove però sarà reso possibile il (recupero degli incolti mediante forme di agricoltura tradizionale (vite alberello cappero) in coerenza con il piano di gestione sic /zps.
2) zone 2, costituite dalle future zone c e d dove secondo i criteri e le gestioni dell’ente parco saranno rese possibili le “attività agro-silvo pastorali”, nonché di pesca e di raccolta prodotti naturali. Si esplicheranno azioni sulla vita socio culturale per il migliore godimento del parco da parte dei visitatori.
3)zone 3, centri rurali, nuclei e boschi costieri, le aree delle infrastrutture portuali di Scauri e le caratteristiche infrastrutture turistiche dei borghi costieri soggetti al piano regolatore generale di Pantelleria.
In pratica non è altro che una vecchia legge, la 394/91, adattata velocemente all’Isola.
La nuova Associazione ha preso a cuore la problematica dell’attuazione di questa legge per cercare un’applicazione più flessibile e più vicina alla popolazione. “Noi chiediamo – conclude il dott. Barraco – l’incremento del patrimonio ittico e faunistico, dalla pesca professionale e sportiva, delle attività venatorie, purché, queste, siano controllate e compatibili con le attività del territorio.”

Alberto Costantino

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