L’Agonia della Fardelliana
Stamattina, avendo da fare delle ricerche bibliografiche, mi sono recato al mio ex posto di lavoro, la Fardelliana, ma mi sono trovato davanti al cancello chiuso con il catenaccio. Ho visto e letto insieme ad altre persone che volevano entrare, il cartello affisso vicino al catenaccio che spiegava che apriva solo un’ora al giorno.
Così al Sindaco Damiano è riuscito quello che in duecento anni non era riuscito a nessun Sindaco: chiudere la Biblioteca Fardelliana. Complimenti! E adesso? Cosa è servito l’incontro del Direttore dott.ssa Margherita Giacalone con la Commissione regionale Finanza? A cosa è servito l’intervento dell’on. Girolamo Fazio? E l’appello fatto dallo scienziato Prof. Zichichi?
Il Sindaco parla di liquidazione e licenziamenti ma lo sa che la Biblioteca non è una Putia né che gli impiegati sono suoi dipendenti? Il T.A.R. di Palermo sez. II, con la sentenza n. 90 del 12 febbraio 1993, ha stabilito che la “Biblioteca Fardelliana, per gli scopi che persegue e i rapporti di collegamento con il Comune di Trapani, va considerata quale Ente Pubblico”. Molti anni prima, con decreto del 24 novembre 1952 n. 1550 veniva approvato l’elenco delle biblioteche Pubbliche italiane alla quale era destinato, per ciascuna provincia, il terzo esemplare d’obbligo di ogni stampato e pubblicazione. Per la provincia di Trapani veniva designata la Biblioteca Fardelliana. Ente pubblico con la possibilità della legalizzazione di proprietà letteraria dei libri e degli autori.
Ma il Sindaco che sta andando via per scadenza di mandato ha deciso che i precari dovessero rimanere a casa e che i tre impiegati dell’Ente aprissero la biblioteca al pubblico un’ora a giorni alterni tra mattina e sera. “Non ci sono fondi” questa è la scusa del Sindaco e degli amministratori della Fardelliana (signora Fasola e Prof. Sabrina Rocca fresca di nomina) ma l’amministrazione della biblioteca percepisce di ottantamila euro l’anno dalla Regione per il mantenimento dei 13 precari di cui alcuni hanno già superato i 15 anni di servizio e allora? Il Comune paga solo le ore in più effettuate dai precari, necessarie per l’apertura di due turni della Biblioteca (mattina ore 9.00-13.30 e pomeriggio ore 15-19.30). Una cifra non certo esorbitante da sborsare. Stamattina i precari hanno protestato con cartelli davanti ai cancelli della Fardelliana chiedendo l’intervento dei sindacati e del Prefetto. Ma anche i cittadini si chiedono il perché di questa situazione, perché la cultura è sempre penalizzata: un’ora al giorno non può soddisfare nessuno, né gli studiosi né gli studenti. È da spiegare e ricordare, ancora una volta, che il Comune è un Ente condotande con datazione annuale da parte del Comune (l’altro era la Provincia) derivante dal Regio decreto datato 9 settembre 1889 firmato da Re Umberto I, che oltre a dichiararla Ente Morale ne approvava anche lo Statuto che ne distribuiva le cariche, e all’art. 3 ne stabiliva le dotazione annuali a favore della biblioteca. Legge mai abrogata e quindi ancora in vigore che invece non viene rispettata dall’amministrazione comunale. Cosa bisogna fare? Rivolgersi alla magistratura? Adesso, comunque, bisogna intervenire subito lasciando che le beghe politiche non influiscano sul finanziamento della biblioteca e non si può aspettare l’elefantiaco intervento della Regione Siciliana (se ci sarà). La scadenza della legislatura comunale mette ancora più in difficoltà la Biblioteca, poiché il Consiglio e la Giunta possono affidarsi solo alla normale amministrazione, ma almeno la smettessero di politicizzare la cosa a fini elettorali. In pochi anni è stata distrutta una delle perle della cultura siciliana che con i suoi tesori rende lustro all’intera regione. La Fardelliana ha tanti di quei tesori che con pochi di essi venduti all’asta a Parigi o Londra farebbero ricca non solo la biblioteca ma l’intero Comune.
Alberto Costantino