VIDEO | Operazione “Visir”, nuovo colpo a Matteo Messina Denaro

Si stringe il cerchio attorno al boss Matteo Messina Denaro. Questa mattina, su disposizione della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, i Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Trapani hanno fatto scattare un blitz nei comuni di Marsala e Mazara del Vallo, fermando 14 persone ritenute vicine al super latitante. I soggetti fermati in quest’ultima operazione, denominata “Visir”, sono indagati per associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, detenzione illegale di armi e munizionamento, con l’aggravante del metodo e delle finalità mafiose.
Dal 2009 a oggi, con le operazioni Mandamento, Eden, Eden 2, Patriarca, Ermes e l’odierna Visir, si contano ben 61 i provvedimenti cautelari a carico della rete di fiancheggiatori del ricercato numero uno in Italia.

Al centro dell’operazione di oggi, il mandamento di Mazara del Vallo e la sua articolazione territoriale rappresentata dalla famiglia mafiosa di Marsala, capeggiata secondo gli investigatori da Vito Vincenzo Rallo ed operante, nel 2015, secondo le espresse direttive di Messina Denaro.
Le indagini sull’aggregato mafioso marsalese, dirette dai sostituti procuratori Carlo Marzella, Pierluigi Padova e Gianluca De Leo, “hanno permesso di individuarne gli assetti ordinativi e le gerarchie, evidenziando l’operatività di una ‘decina’ radicata nella frazione marsalese di Strasatti e nel limitrofo comune di Petrosino”.
In particolare, le investigazioni avrebbero consentito di accertare l’esistenza di due sottogruppi di affiliati riferibili, il primo, a Nicolò Sfraga, uomo di fiducia del capo famiglia marsalese, il secondo a Vincenzo D’Aguanno, il quale nonostante riconoscesse l’autorità del Rallo, risultava insofferente alle ingerenze dello Sfraga nella spartizione delle risorse economiche del territorio di competenza.
Le divergenze tra le due fazioni avrebbe generato non pochi problemi, portando a continui confronti tra gli indagati che – come si legge in una nota – “consentivano di delineare progressivamente l’intera struttura dell’associazione criminale, permettendo di monitorare le fasi del processo di normalizzazione operato dal Rallo nei momenti di forte tensione che, in alcuni frangenti, sembravano poter sfociare in un confronto violento tra le citate fazioni”.

Nel corso delle indagini, inoltre, sarebbero stata raccolte “risultanze di assoluto rilievo” riguardo al ruolo del latitante Matteo Messina Denaro, il quale nel 2015 avrebbe fatto da paciere richiamando tutti al rispetto delle gerarchie interne alla famiglia di Marsala. Un intervento risolutivo che, secondo gli investigatori, sarebbe stato “rafforzato dalla minacciata eliminazione fisica dei responsabili di tali instabilità”. Davanti un intervento così forte, tutto è tornato come prima.
Le disposizioni del latitante sarebbero state veicolate da Sfraga al capo decina, nel corso di una movimentata riunione nel gennaio 2015. In quell’occasione, nel riferire le volontà di Messina Denaro, Sfraga avrebbe fornito “importanti ed inediti elementi sia in ordine alla sua asserita presenza nel territorio della provincia di Trapani, sia in merito alle dinamiche di funzionamento di Cosa nostra marsalese”.
L’indagine avrebbe documentato anche il “ruolo qualificato di Rallo nelle relazioni funzionali, di livello anche ultra provinciale, per la gestione di attività estorsive, in particolare con le articolazioni mandamentali di San Giuseppe Jato”.

8 su 10 aziende chiudono, la tua SALVALA

Ricevi subito il metodo in 4step per generare NUOVI CLIENTI in maniera prevedib

https://www.marcodasta.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Prendi Questo BONUS, clicca qui sotto