Erice, dopo più di 80 riapre la Chiesa del Santissimo Salvatore

Ieri si sono svolte in tutti i centri cittadini della Diocesi le processioni per la festa del corpus domini. Ad Erice questa solennità della vita della Chiesa quest’anno ha il sapore della memoria ritrovata e viva con la riapertura di una delle chiese più belle del piccolo borgo, la Chiesa del Santissimo Salvatore che dopo più di 80 anni viene ridonata ai fedeli grazie a contributi sia della CEI (fondi otto per mille) sia del sistema museale del progetto “Erice la Montagna del Signore”.
Questa sera alle ore 19 il vescovo Pietro Maria Fragnelli presiederà la Santa Messa nella chiesa di San Pietro da dove muoverà la processione verso la Chiesa del Santissimo Salvatore: la splendida chiesa, con il suo maestoso tabernacolo marmoreo, ritornerà così ad essere il centro dell’Adorazione al SS. Sacramento dell’Altare come lo è stata per tanti secoli. Nel 1935, il crollo di alcune parti della chiesa interruppe ad Erice la pratica dell’Adorazione Eucaristica quotidiana. Da oggi, dunque la comunità riprende la pratica dell’Ora Santa con l’Adorazione Eucaristica quotidiana, dalle 16:00 alle 17:00 di ogni giorno.

Alcune informazioni sulla Chiesa, tratte dal sito dei Beni Culturali della Chiesa Italiana.

Chiesa Santissimo Salvatore EriceLa Chiesa del SS. Salvatore ad Erice, in provincia di Trapani, fa parte di un complesso monastico benedettino risalente all’inizio del XIV secolo; di quel primo periodo restano oggi solo delle tracce architettoniche esterne. L’edificio è caratterizzato da un aspetto imponente con struttura portante in pietrame a faccia vista. Nel versante nord-est, sul fronte principale è posto l’unico ingresso mediante un portone in legno a due ante al di sopra del quale vi è un’apertura in asse con il portale. Sul prospetto sud-est, prospiciente la via Vittorio Emanuele, sono presenti bucature con archi, bifore e monofore murate di epoca normanna-chiaramontana. Gli altri due fronti sono confinanti con i ruderi del monastero. Sempre sulle stesse facciate interne è possibile notare la presenza di finestre con strutture lapidee risalenti al rifacimento del secolo XVII.

Pianta. Al suo interno la chiesa presenta un impianto planimetrico molto semplice, costituito da un’unica navata con piccole cappelle laterali, ricavate nello spessore dei muri. L’ingresso risulta sormontato da una cantoria che un tempo doveva ospitare il coro delle monache.

Presbiterio. La zona del presbiterio è rialzata di circa 15 cm rispetto alla navata. Le parti laterali ospitano altre due cappelle con balconata, dalle quali si affacciavano in passato le monache per assistere alle funzioni religiose.

Coperture. La copertura a due falde è composta da capriate, arcarecci e tavolato ligneo; il tutto lasciato a vista nella parte maggiore della navata interna mentre il presbiterio è sormontato da una copertura voltata a botte.

Elementi decorativi. Nel 1794 Pietro dell’Orto adornò la chiesa di stucchi e rabeschi. ( Il dell’Orto lavorò ad Erice anche a S. Teresa e a S. Giuliano). Materiali di pregio quali marmo Libeccio, marmi policromi e marmo di Carrara, costituiscono l’intera parte dell’altare che risulta rialzato di qualche gradino rispetto alla navata.

Cappelle. La chiesa presenta sei altari; il primo a destra è dedicato al SS. Crocifisso “spirante”, statua in legno; il secondo altare presenta una statua in stucco di S. Benedetto di autore ignoto. L’altare maggiore era sovrastato dalla “vaga custodia” in marmi mischi, poi trasportata in Chiesa Madre su disposizione del prete dove è attualmente allocata. È prevista di riportarla nella sua sede originaria. Il primo altare a sinistra è dedicato a S. Francesco di Paola con una statua in legno a mezzo busto; fu istituito da Giovanni Antonio Palazzolo, Barone di Rocca di Giglio che fu il committente della statua di cui si ignora l’autore, abbellì l’altare e lo fornì di arredi e sacre reliquie. Alla base dell’altare vi era la sepoltura della famiglia e sopra la nicchia del santo, lo stemma nobiliare dei Palazzolo. Sul secondo altare a sinistra si trovava la statua in marmo di Nostra Signora del Soccorso di autore ignoto, opera della metà del secolo XVI. Oggi la statua si trova nell’androne del Museo Comunale e si prevede di riportarla in situ. Infine, a sinistra dell’altare maggiore, dentro il cappellone, vi è l’altare di Marta e Maria Maddalena, olio su tela attribuito al Carreca, che oggi si trova al Museo Comunale e che attende di essere ricollocata.

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