Liberty Lines commissariata, lo dispone il Tribunale di Palermo
La società di navigazione trapanese Liberty Lines Spa è stata commissariata. Su delega della Procura della Repubblica di Palermo, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo e di Trapani hanno notificato un’ordinanza interdittiva nei confronti della società “Liberty Lines s.p.a.” con la quale il Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto la nomina del commissario giudiziale della società. Il commissario avrà i seguenti compiti: “esaminare i contratti vigenti, accertando l’eventuale presenza di clausole produttive di profitti ingiusti per la società di navigazione; verificare la corretta esecuzione dei contratti e la legittimità degli importi di volta in volta richiesti alla Regione Siciliana o agli enti locali eventualmente coinvolti; accertare l’esistenza di anomale cointeressenze di tipo personale/familiare, lavorativo ed economico, tra il personale della Liberty Lines e quello della Regione Siciliana o di altri Enti, pubblici o privati, coinvolti a vario titolo nella aggiudicazione e nella attuazione dei contratti di pubblico servizio in oggetto; curare l’adozione e l’efficace attuazione dei modelli di organizzazione idonei a prevenire reati della specie di quelli verificatisi”.
Il provvedimento interdittivo emesso nei confronti della società “Liberty Lines s.p.a” scaturisce dall’applicazione delle disposizioni normative di cui al D. Lgs. nr. 231/01 (Responsabilità amministrativa delle società e degli enti) sulla base delle risultanze emerse nel corso dell’attività investigativa sfociata nell’operazione “Mare monstrum” del 19 maggio scorso. In tal senso, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo “ha ritenuto la sussistenza di un concreto e attuale rischio di commissione di altri illeciti amministrativi dipendenti da reato da parte della società di navigazione in argomento, la quale avrebbe tratto vantaggio dai delitti di corruzione commessi da Vittorio Morace sia sotto il profilo economico sia per effetto della posizione di privilegio ricoperta nel settore del trasporto marittimo. Secondo il Giudice, la società in questione, essendo di esclusiva proprietà della famiglia Morace, non è mai stata dotata di modelli organizzativi e gestionali adottati al fine di evitare la commissione dei delitti in questione”.
Secondo gli inquirenti, le indagini che portarono all’operazione “Mare monstrum” “rivelavano che Morace, all’epoca dei fatti presidente pro tempore della società di navigazione “Ustica Lines s.p.a.” avesse stretto un patto corruttivo con Salvatrice Severino, dirigente pro tempore dell’Assessorato ai Trasporti della Regione Siciliana. L’accordo avrebbe portato la dirigente a predisporre e confezionare bandi di gara, aventi ad oggetto l’affidamento quinquennale del servizio di collegamento marittimo di pubblico interesse con mezzi veloci tra la Sicilia e le isole minori, in favore della compagnia di navigazione trapanese presieduta dallo stesso Morace”. Sempre secondo gli investigatori “la dirigente, inoltre, in ossequio all’illecito patto in parola, avrebbe erogato a beneficio di “Ustica Lines s.p.a.” 10 milioni di euro a titolo di compensazioni finanziarie per prestazioni di trasporto marittimo mai rese dalla società. In cambio di ciò, la dirigente avrebbe ricevuto beni di lusso e ottenuto l’assunzione della figlia nella stessa società di navigazione”.