Agenti aggrediti al carcere di Trapani e di Castelvetrano: proclamato lo stato di agitazione

carcere-san-giulianoAgenti della polizia penitenziaria aggrediti al carcere di Trapani ed a quello di Castelvetrano. I sindacati chiedono l’intervento del Prefetto e proclamano lo stato di agitazione.

Questi i fatti: al carcere di Trapani un detenuto ristretto alla sezione di isolamento ha aggredito un assistente capo della polizia penitenziaria, prima verbalmente minacciandolo di morte e poi colpendolo al viso con un pugno. L’aggressione avvenuta per futili motivi pare sia dovuta al diniego da parte dell’assistente capo di compiere atti vietati dal regolamento.

Al carcere di Castelvetrano, invece, a causa di un diverbio nato da questioni di servizio un detenuto ha aggredito un altro assistente della Polizia penitenziaria e, tirandolo per la camicia, lo ha fatto sbattere violentemente contro lo spigolo della cella procurandogli delle ferite allo zigomo e all’occhio.

I sindacati di categoria, che hanno proclamato lo stati di agitazione, “esprimono solidarietà ai due assistenti capo aggrediti da detenuti e rilanciamo il problema sicurezza nelle carceri ormai allo sfascio a causa dell’applicazione della sentenza Torreggiani che prevede l’apertura delle celle per più ore al giorno e l’invenzione da parte dei burocrati del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria della cosiddetta vigilanza dinamica, nata, a nostro parere, per arginare la cronica carenza di personale di Polizia Penitenziaria. Siamo stanchi – continuano i rappresentanti di categoria – di subire aggressioni e di essere umiliati giornalmente da una certa politica garantista che per assicurare diritti e dignità alla detenzione ha colpevolmente dimenticato tutti gli operatori penitenziari, e ci riferiamo a tutte le categorie di lavoratori che oggi sono in forte sofferenza come organico.  Anche per queste aggressioni e per i pericolo costante dell’ordine e della sicurezza per gli Istituti della provincia chiederemo l’incontro al Prefetto, nella speranza di riuscire ad ottenere la giusta attenzione alle problematiche sollevate”.

Nella nota inviata dai sindacati al prefetto si legge quanto segue: “Eccellenza, ci rivolgiamo ad Ella in quanto massima autorità provinciale di pubblica sicurezza che ha la responsabilità generale dell’ordine e della sicurezza pubblica per metterla al corrente della grave carenza di personale di Polizia Penitenziaria che attanaglia la Casa Circondariale di Trapani e quella  di Favignana che rischiano di compromettere seriamente la sicurezza sia degli Istituti che quella dei cittadini qualora gli Uffici Superiori del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria non prendano seri provvedimenti, in tempi brevi, ovvero l’assegnazione di un congruo numero di agenti non appena questi finiranno i Corsi di Formazione in atto, e la cui fine è prevista intorno al 20 luglio prossimo”.

I sindacati inoltre denunciano la grave carenza di personale. “Il dato allarmante – continuano – è che oltre alle 61 unità di Poliziotti penitenziari mancanti dalla pianta organica stabilita dopo l’applicazione della Legge Madia (300 unità di P.P. nei vari ruoli, ma fino al giorno prima l’organico previsto era di 323 unità) non vi sono più unità nella qualifica di Sovrintendenti e a dispetto delle 24 unità previste del ruolo di Ispettori ve ne sono solo 7; su 264 unità attualmente in forza all’Istituto (di cui 77 impiegate nelle cosidette cariche fisse (Cucina, magazzino, Uffici servizi – comando, conti correnti e sopravitto, ufficio matricola, colloqui ecc. indispensabili per il funzionamento dell’Istituto e 40 in forza al Nucleo Traduzioni e Piantonamenti) ben 190 sono le unità ultracinquantenni, con una percentuale pari al 70%”.

Situazione analoga anche nella struttura penitenziaria di Favignana, dove “su una pianta organica 121 unità  la Legge Madia ha ridotto di circa 40 unità di Polizia Penitenziaria, quindi, attualmente  la pianta organica dovrebbe essere di  81 unità comprese il personale della motovedetta, ma realmente il personale in servizio a Favignana è di 60 unità circa;  fra malattie a lungo termine,  fra nuovi posti  servizi dopo l’evasione  non è possibile neanche mettere il personale in congedo per il periodo estivo”.

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