Stroncato il traffico di droga nel carcere di Trapani

Brillante operazione della Polizia Penitenziaria di Trapani che ha stroncato sul nascere un traffico di sostanze stupefacenti all’interno del “Pietro Cerulli”.

In data 5.10.2018 a seguito di attività di indagine svolta con mezzi tradizionali, condotta dal personale di Polizia Penitenziaria e coordinata dal Sost. Proc. Della Repubblica di Trapani  Dott.ssa Giulia Mucaria, al fine di contrastare l’ingresso fraudolento in Istituto di oggetti non consentiti (telefonini) e droga, veniva dichiarato in stato di arresto il detenuto G.O. di anni 54 di Acireale, poiché colto in flagranza di reato mentre tentava di introdurre all’interno dei reparti detentivi un pacco contenente mezzo chilo di hashish, un micro telefonino (cm.6,8) ed altri oggetti vietati dal Regolamento.carcere-san-giuliano

Approfittando del fatto di essere un lavorante scopino ammesso all’art.21 ovvero con una certa libertà di movimento all’interno dell’Istituto, attraverso una stratagemma escogitato prelevava l’immondizia dal box esterno del  Reparto Colloqui ove un complice aveva prima buttato un pacchetto contenente il materiale sequestrato, per trasportarla nei cassonetti posti all’interno dell’Istituto ma abbastanza lontani dalle sezioni detentive.

La droga e il telefonino venivano prima abilmente nascosti sotto alcune cassette di frutta per essere in seguito prelevati dallo stesso che, avvalendosi della complicità di altri detenuti, li avrebbero destinati alle sezioni detentive da dove sarebbe partita l’attività di spaccio.

Il Direttore dell’Istituto dott. Renato Persico si è complimentato con il personale  in servizio per la professionalità dimostrata ancora una volta nel contrastare l’illegalità del traffico di stupefacenti e la piaga nazionale dei micro telefoni diretti all’interno degli Istituti (solo nell’anno 2017 su tutto il territorio nazionale ne sono stati ritrovati 337 e che in assenza di una specifica previsione normativa che vieta l’uso degli apparati cellulari da parte dei detenuti  comporta esclusivamente una violazione disciplinare interna per uso di «oggetto non consentito») . “Come operatori penitenziari – dice Persico – ci preoccupa la verosimile diffusione del fenomeno che rende necessari maggiori e più serrati controlli, da parte del Reparto di Polizia Penitenziaria – tesi ad evitare che i detenuti possano continuare a gestire traffici illeciti servendosi di soggetti collegati dall’esterno, raggiungibili facilmente grazie all’uso dei telefonini la cui miniaturizzazione mette sempre più a dura prova il personale”.

sequestro in carcereA tal proposito, infatti, il Comandante di Reparto Comm. Capo Giuseppe Romano che ha diretto l’operazione, evidenzia come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale nel contrasto di questi fenomeni criminali. “Il rinvenimento di tale grossa quantità di stupefacente destinato a detenuti, scoperto e sequestrato in tempo  evidenzia una volta di più l’arroganza e il disprezzo delle regole da parte di alcuni detenuti che continuano a delinquere anche stando in carcere, approfittando della concessione di alcuni benefici di legge quali l’art.21 O.P. (lavoro all’esterno) o i permessi premiali e nonostante gli sforzi messi in campo da questa Amministrazione Penitenziaria a fini rieducativi.

Ogni giorno la polizia penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda il consumo, anche di quantità minime di stupefacenti, che talvolta vengono sequestrate anche a familiari di detenuti compiacenti (altissimo è il numero di detenuti tossicodipendenti) che approfittando del momento dei colloqui cercano  di passare loro la sostanza.

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