Sventato tentativo di introduzione micro cellulare in carcere a San Giuliano

In data 7.3.2019 è stato sventato dalla Polizia Penitenziaria di Trapani l’ennesimo tentativo di introdurre in carcere un telefonino cellulare. Stavolta a tentare di beffare i Poliziotti Penitenziaria del “Cerulli” ci ha provato un detenuto rumeno B.B.I. di anni 50, ammesso all’art.21 e lavorante esterno presso l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Trapani. Lo stesso al ritorno dal lavoro aveva celato tra le parti intime il telefonino munito di cavetto carica batterie sperando di farla franca ma non aveva fatto i conti con la  Polizia Penitenziaria trapanese che a seguito di perquisizione ha ritrovato l’oggetto non consentito.

Il Direttore dell’Istituto dott. Renato Persico si è complimentato ancora una volta con il personale in servizio per la professionalità dimostrata  nel contrastare la piaga nazionale dei micro telefoni diretti all’interno degli Istituti (solo nell’anno 2017 su tutto il territorio nazionale ne sono stati ritrovati 337 e che in assenza di una specifica previsione normativa che vieta l’uso degli apparati cellulari da parte dei detenuti comporta esclusivamente una violazione disciplinare interna per uso di «oggetto non consentito») . “Come operatori penitenziari – dice Persico – ci preoccupa la verosimile diffusione del fenomeno che rende necessari maggiori e più serrati controlli, da parte del Reparto di Polizia Penitenziaria – tesi ad evitare che i detenuti possano continuare a gestire traffici illeciti servendosi di soggetti collegati dall’esterno, raggiungibili facilmente grazie all’uso dei telefonini la cui miniaturizzazione mette sempre più a dura prova il personale”.

A tal proposito, infatti, il Comandante di Reparto Comm. Coordinatore Giuseppe Romano evidenzia come il reparto di polizia penitenziaria di Trapani sia stato uno dei primi in Italia a dotarsi di MANTA RAY (strumento per rilevamento di componenti elettronici) al fine di contrastare efficacemente non solo il fenomeno dei cellulari ma anche l’introduzione di essi attraverso il canale rettale, riuscendo così a scoprire in almeno 5 occasioni il micro telefono celato all’interno del corpo. Il Comandante  evidenzia altresì una volta di più l’arroganza e il disprezzo delle regole da parte di alcuni detenuti che continuano a delinquere anche stando in carcere, approfittando della concessione di alcuni benefici di legge quali l’art.21 O.P. (lavoro all’esterno) o i permessi premiali, nonostante gli sforzi messi in campo dall’ Amministrazione Penitenziaria a fini rieducativi.

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