TRAPANI, ANCORA UNA VIOLENTA AGGRESSIONE IN CARCERE CONTRO LA POLIZIA PENITENZIARIA, ROTTO IL SETTO NASALE A UN AGENTE. SAPPE: “INAUDITO: SUBITO PROVVEDIMENTI”

Ancora sangue e violenza nel carcere di TRAPANI. A dare la notizia è Gaspare D’Aguanno, segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Un detenuto ha aggredito e rotto il setto nasale ad un poliziotto penitenziario, mentre altri cinque intervenuti per difendere il collega sono rimasti contusi nell’azione di contenimento. La situazione nel carcere di Trapani è sempre più critica: gli eventi critici sono ormai all’ordine del giorno ed il personale di Polizia Penitenziaria sottorganico, quotidianamente deve subire aggressioni, minacce, ingiurie e umiliazioni da parte dei detenuti indisciplinati. Il personale è allo stremo, mancano ben 50 agenti in organico, e speriamo dì non dover diventare sempre più carne da macello”.
“La grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”, aggiunge Donato Capece, segretario generale del SAPPE, rivolgendo “solidarietà e vicinanza al Personale di Polizia Penitenziaria di TRAPANI, che ancora una volta ha risolto in maniera professionale ed impeccabile un grave evento critico” e giudica la condotta del detenuto che ha provocato le aggressioni “irresponsabile e gravissima”. Il SAPPE stigmatizza la mancata assunzione di provvedimenti da parte del Ministero della Giustizia: “Più volte, infatti, nel passato abbiamo scritto al Capo del Dipartimento per l’applicazione immediata dell’art.14 bis dell’Ordinamento Penitenziario e il trasferimento fuori regione per i detenuti violenti che si rendono colpevoli di aggressioni ai colleghi ma anche ad altri detenuti, ma fino ad oggi non ci sono state iniziative concrete ai danni dei detenuti violenti. L’aggressività dei detenuti è cresciuta a dismisura dopo i fatti di Santa Maria Capua Vetere, episodio deprecabile, ma usato come un grimaldello contro la polizia penitenziaria al fine di annientarla e sostituirla dentro le carceri con un esercito di educatori, assistenti sociali, garantisti e buonisti.   Un Istituto grande e problematico come il Pietro Cerulli di Trapani,  che va avanti diretto da un Direttore in missione una volta a settimana, è l’esempio di quanta scarsa sia l’attenzione dei vertici nei confronti di questo Istituto. La realtà è: parole tante, fatti pochi e le aggressioni contro la Polizia Penitenziaria continuano. E questo è grave e inaccettabile!”

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