Il mare di Mazara del Vallo (TP) restituisce alcune antiche anfore. La segnalazione avvenuta da parte di una subacquea della Lega Navale

L’Assessore Samonà: “Importante recupero frutto della collaborazione con la Guardia Costiera e i privati”.

Il nucleo subacqueo della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana è intervenuto in località Tonnarella, a Mazara del Vallo, per verificare la presenza di alcune anfore avvistate nel basso fondale prospiciente i lidi balneari della zona, la cui segnalazione è stata effettuata dalla subacquea mazarese, Francesca Maggio. Le operazioni di recupero si sono svolte con la collaborazione della Capitaneria di Porto di Mazara, comandata dal Capitano di Fregata Enrico Arena, che ha utilizzato i mezzi nautici MV CP 849 e il battello GC B101 per effettuare l’operazione in mare, nel corso della quale sono stati portati in superficie importanti reperti archeologici. I subacquei della Soprintendenza del Mare, Salvo Emma e Nicolò Bruno, hanno effettuato il recupero di quattro anfore e di altri frammenti di materiale anforaceo. Fondamentale la collaborazione di Walter Marino, della “Scuba School” di Mazara, profondo conoscitore dei fondali mazaresi, al quale sono stati temporaneamente affidati i reperti presso la sede della Lega Navale Italiana di Mazara. Le anfore sono state subito sottoposte al primo intervento di desalinizzazione su indicazioni dei tecnici della stessa Soprintendenza. Il sito subacqueo è stato documentato e rilevato e già nella zona di Tonnarella sono state messe in atto le procedure per verificare la possibile presenza di altre evidenze archeologiche. “Ancora una volta – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – il fondamentale e tempestivo supporto dei sub locali ha consentito il recupero di importanti reperti; la tempestiva segnalazione alla Capitaneria di Porto e alla Soprintendenza del Mare ha permesso, infatti, di individuare e recuperare le anfore che si trovavano in evidente pericolo di trafugamento. Si tratta di una zona molto interessante, già in passato oggetto di ritrovamenti e di scavi archeologici, dove si potranno avviare ulteriori indagini. Il coinvolgimento dei subacquei che hanno segnalato i reperti, peraltro, dimostra ancora una volta che il contatto con il territorio è l’arma vincente per la conoscenza e la tutela di siti di interesse culturale”.Le anfore recuperate sono di quattro tipologie diverse: un’anfora romana del tipo “Lamboglia II” di età tardo repubblicana e altre tre, frammentate, di età più tarda. “La collaborazione tra istituzioni – dichiara il Soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici – ancora una volta ha consentito di porre in essere quelle azioni di tutela fondamentali per la protezione del patrimonio culturale subacqueo. Il consolidato rapporto con la Guardia Costiera, che ci fornisce supporto con uomini e mezzi, è per noi di fondamentale importanza; una collaborazione che porta sempre a risultati eccellenti”.I mezzi nautici della Guardia Costiera di Mazara del Vallo che hanno partecipato alle operazioni sono stati coordinati dalla Capo Servizio Operativo Capitana di Corvetta Carla Picardi. Si ringraziano per il supporto logistico i subacquei della “Scuba School” e del gruppo subacqueo della Lega Navale Italiana di Mazara del Vallo, Walter Marino, Francesca Maggio, Vito Licari e Alessandro Romagnosi.

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