OPERAZIONE “VIRGILIO”: 14 indagati, 11 in carcere, 2 divieti di dimora, ed un obbligo di dimora, sequestrati cinquantamila euro in contanti

Dalle prime luci dell’alba, oltre 100 militari della Compagnia Carabinieri di Marsala, dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, del Nucleo Cinofili di Palermo Villagrazia e del 12^ Reggimento Carabinieri Sicilia, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal GIP del Tribunale di Marsala su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 14 indagati (11 in carcere, 2 divieti di dimora nel comune di Marsala e un obbligo di dimora nel citato comune), per cui si è ritenuto sussistano gravi indizi di colpevolezza, a vario titolo, in relazione a reati di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti (crack, eroina e cocaina), estorsione, riciclaggio di denaro e lesioni personali.

Nel corso delle perquisizioni legate all’odierna operazione antidroga sono stati sequestrati circa 50.000 euro in contanti ritenuti provento della presunta attività delittuosa. In alcune abitazioni sono state anche smantellate le telecamere abusivamente istallate da alcuni indagati per verificare l’arrivo delle forze di polizia per eventuali controlli. Dieci degli indagati sono risultati percettori del reddito di cittadinanza (a 5 di loro era stato già revocato in quanto non riunivano più i requisiti).

Il provvedimento trae origine dalle indagini condotte dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Marsala, coordinati dalla Procura della Repubblica di Marsala, volte a reprimere la fiorente attività di spaccio insistente nel quartiere popolare di “Sappusi”, alla via Virgilio, a ridosso del centro lilibetano. Secondo gli inquirenti, anche la giovane deceduta per overdose nell’ottobre 2021 (cui è seguito il tragico suicidio del compagno), si sarebbe rifornita in passato in quella “piazza di spaccio”. L’odierna misura cautelare è il frutto della meticolosa analisi, da parte della Procura marsalese, delle acquisizioni investigative di più procedimenti penali e compendia diverse ipotesi di spaccio di sostanze stupefacenti, anche risalenti al 2019, a carico degli indagati, alcuni dei quali si sarebbero resi responsabili anche di estorsioni, lesioni personali e finanche di un tentato sequestro di persona per il recupero crediti da acquirenti insolventi.

Secondo quanto accertato in fase preliminare, la cessione della droga era gestita da tre gruppi di spacciatori, in concorrenza fra loro, al vertice dei quali figurava sempre una donna. Lo stupefacente, proveniente da Palermo attraverso corrieri che effettuavano viaggi su bus di linea, veniva tagliato (spesso grossolanamente) e ceduto all’interno delle abitazioni dei principali indagati, protette da sistemi di videosorveglianza per verificare l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine.

Alcuni assuntori, considerati a rischio di insolvenza da parte degli spacciatori, sarebbero stati costretti a consegnare ai pusher la carta del Reddito di Cittadinanza (fornendo i relativi PIN) in cambio di crack, eroina o cocaina.

Un vero e proprio supermarket h24 della droga, talvolta anche “mal tagliata”, nella totale indifferenza dei pusher.

Tra gli assuntori di crack, secondo i Carabinieri, figura anche un giovane di una famiglia agiata che, in meno di un anno, avrebbe acquistato più di 1.300 dosi di droga pagando oltre 70.000 euro. Lo stesso, non riuscendo tuttavia a pagare l’ultima tranche di stupefacente, cedutagli a credito, sarebbe stato addirittura costretto, tramite gravi minacce, a cedere l’autovettura e la moto di proprietà. La pressante necessità di denaro avrebbe poi spinto quest’ultimo a minacciare l’anziana madre e una zia, condotte per le quali era stato già destinatario di un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Marsala su richiesta della locale Procura, per estorsione e maltrattamenti.

Gli investigatori ritengono inoltre di aver documentato le modalità con cui sarebbero state riciclate le somme di denaro incamerate con l’attività di spaccio, spesso avvalendosi di prestanome che mettevano a disposizione carte prepagate o conti correnti, sui quali gli assuntori di droga versavano il corrispettivo in denaro, poi consegnato in contanti ai pusher.

Sempre nel mondo degli stupefacenti del marsalese, sarebbe maturato anche l’omicidio di un pregiudicato, ucciso a colpi di piede di porco lo scorso 26 settembre 2022 da uno dei principali indagati dell’odierna operazione, già tratto in arresto con l’accusa del grave fatto di sangue. Dalle indagini è emerso che lo stesso indagato avrebbe anche tentato di introdurre droga (nascosta in confezioni di cioccolatini) nel carcere di Rossano Calabro ove, all’epoca (2019-2020), era recluso per altri reati.

Importante anche la collaborazione dei cittadini di Marsala che, su alcuni social network, avevano segnalato i presunti spacciatori, suffragando così quanto già i Carabinieri stavano documentando con le loro attività tecniche.

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