«Un nuovo guasto (???) a Bresciana: NO! Si tratta di ben altro, purtroppo

Nella notte una o più persone si sono introdotte dentro le strutture di proprietà del Comune di Trapani e deliberatamente hanno effettuato delle manovre e danneggiamenti che hanno messo ko il sistema idrico cittadino».
Con queste parole, il Sindaco Giacomo Tranchida, ha informato la stampa e i cittadini presenti durante la conferenza stampa urgente, indetta per questa mattina, a Palazzo d’Alì intitolata L’acqua è vita ma, quando manca, a Bresciana c’è malavita.
“L’impianto di Bresciana si trova a Campobello di Mazara, una zona molto distante la città di Trapani. È successo, plasticamente, quello che noi dubitavamo nei mesi scorsi fosse originato da una casualità – afferma il primo cittadino di Trapani -. Nei mesi scorsi abbiamo cominciato ad insospettirci… e non ce la siamo più data come una giustificazione conseguente a continui blackout, sospensioni, allegamenti al sistema idrico, ai pozzi e ai luoghi di rilancio dell’acqua che viene da Bresciana. Una volta può esserci un blackout elettrico, una volta una serie di alluvioni che ci sono state a Trapani e nelle zone di Campobello. Ma alla lunga abbiamo cominciato a sospettare di ben altro. Onestamente non pensavamo più ad una situazione estremamente sfortunata e pertanto mesi fa ci siamo recati nelle competenti sedi. Dopo attente analisi e monitoraggi, ci siamo accorti che, soprattutto nei fine settimana, il sistema “salta” portando ad enormi problemi per i cittadini trapanesi e le imprese del territorio e per diversi giorni. Ovviamente, poi, il Comune si attiva per aggiustare l’impianto, spendendo molti soldi, e allo stesso tempo siamo costretti ad acquistare molto salatamente altra acqua da Siciliacque». Però, questa notte è successo qualcosa che sgombera ogni diverso dubbio.
«Avevamo già avvisato Enel che ci ha confermato che non si tratta di un problema di blackout in quella zona. Sono stati scassinati diversi cancelli – aggiunge Giacomo Tranchida – senza che, però, sia stato portato via nulla di valore se non materiale che possiamo stimare commercialmente sui 100/200 euro. Riteniamo che chi sia entrato nelle strutture non avesse l’obiettivo di effettuare una azione vandalica, perché i pozzi tra loro distano anche diversi chilometri e perché per “spengere” le pompe di rilancio bisogna interagire con una cabina elettrica molto pericolosa. Con una mossa sbagliata, si rischia la vita umana. Chi è entrato è una persona esperta che sa quali tasti toccare e che ha deliberatamente bloccato il sistema di rilancio. A che pro ???».
Questa mattina, i tecnici del Comune hanno trovato i locali delle pompe di rilancio completamenti allagati: l’azione di manomissione ha portato ad una sovraproduzione dei pozzi che, ovviamente visto lo spegnimento delle pompe, ha portato allagamento.
«Una quota vicina tra 70% e 80% dell’acqua prodotta non arriverà in città. I dati forniti dall’ingegnere Amenta, dirigente del Comune, certificano come l’uscita dai pozzi sia di 214 litri al secondo, mentre quelli che sono arrivati alla cisterna di San Giovanello sono pari a 110 litri al secondo. Questo dato, nei prossimi giorni, ovviamente diminuirà. Questo sabotaggio, inoltre, arriva nel momento di massima produzione: per Trapani (compreso il territorio adesso del Comune di Misiliscemi) basta la produzione tra 160 e 170 litri al secondo. Teoricamente saremmo anche stati nelle condizioni di valutare la vendita dell’acqua eccedente, pari a circa 40 o 50 litri al secondo. Nella giornata odierna, poi, non possiamo neanche compensare acquistando acqua da Siciliacque per un fermo di manutenzione già programmato ai loro impianti. E allora, sembra proprio una operazione quasi scientifica di cui non comprendiamo l’obiettivo finale. A che pro fare tutto questo? Chi ci guadagna in questa operazione? E poi, perché rischiare la propria vita per fare una operazione del genere?».
Le domande del Sindaco stimolano una riflessione su un sistema che giorno dopo giorno, deve essere analizzato. Per questo motivo, molti altri dettagli non sono stati rivelati alla stampa perché oggetto di indagini.
«L’acqua è fonte di vita – conclude Giacomo Tranchida -. Da gennaio abbiamo lavorato ad un dossier riservato, che in parte è stato già rassegnato nelle competenti sedi, che racconta la storia di questi continui “guasti” agli impianti che non ci ha convinto: la casualità non può diventare regola. Quando c’è una sequenza scientifica ..e anche dell’altro …c’è malavita».

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