Marsala. VI Rassegna ‘a Scurata: il 17 agosto Amanda Sandrelli e Rita Marcotulli in scena con “Un abito chiaro”

Testo di Massimo Salvianti, che ha curato anche la regia dello spettacolo prodotto per le celebrazioni del 40° anniversario della Strage di Ustica. ““Un abito chiaro” è uno sfogo, un accavallarsi di pensieri, domande tante e risposte pochissime, in prosa e in musica, in immagini, in secondi sospesi”. Rita Marcotulli e Amanda Sandrelli sul palco a pelo d’acqua del teatro green “Pellegrino 1880” daranno voce alle tante domande e alle pochissime risposte “che percorrono anche le strade virtuose che donne caparbie e uomini instancabili hanno tracciato per non perdere la speranza della giustizia e del diritto”.
L’appuntamento è per giovedì 17 agosto alle ore 19,30
“Le immagini degli effetti personali ripescati nel mar Tirreno, ci permettono di interrogarci sul senso delle cose materiali e di come questi frammenti facciano emergere sentimenti profondi, affetti e la voglia di combattere ancora, per conoscere chi ha armato la mano di chi ha fatto scempio di tante vite innocenti”. Scrive così l’autore e regista Massimo Salvianti per presentare la sua opera “Un abito chiaro”, che andrà in scena giovedì 17 agosto alle ore 19,30 nel teatro a mare “Pellegrino 1880”, nella antica Salina Genna. In scena due artiste di fama internazionale: l’attrice Amanda Sandrelli e la musicista Rita Marcotulli portano in scena “uno sfogo, un accavallarsi di pensieri, domande tante e risposte pochissime, in prosa e in musica, in immagini, in secondi sospesi, in battere e in levare”, spiega il regista.
Si tratta del settimo evento della Rassegna “’a Scurata cunti e canti al calar del Sole” Memorial Enrico Russo, kermesse ideata e organizzata dal Movimento artistico culturale città di Marsala – M.A.C. nel teatro fatto di tufi e sale, in una vasca di salina, che si trova all’interno della riserva naturale dello Stagnone.
Lo spettacolo parte “dalle cose più piccole, più private, più banali-normali-comuni per dire di quest’incredibile tragedia senza farsi soffocare dalla commozione e dalla retorica e dal senso di inutilità, di sconfitta che dopo quarant’anni pesa su tutti noi, sulla nostra comunità di uomini e donne, di ragazze e ragazzi, di vite che misurano la propria precarietà sulla difficoltà, anzi sull’impossibilità di sapere, di districarsi in un ammasso contorto di misteri ed evidenze, di depistaggi e ovvietà. Pochissime risposte – aggiunge Salvianti –. Parole che si aggiungono a un libro che ha ormai troppe pagine e pesa come un macigno, che si interrogano proprio sulla loro scarsa utilità, ma che percorrono anche le strade virtuose che donne caparbie e uomini instancabili hanno tracciato per non perdere la speranza della giustizia e del diritto. Ustica, Portella della Ginestra, Strage della Stazione di Bologna sono solo alcuni esempi di stragi, della storia del nostro paese, in cui omissioni e depistaggi ci hanno vietato di avere tutte le risposte alle nostre domande. Domande che Amanda Sandrelli e Rita Marcotulli portano in scena con la consapevolezza che senza risposte saremo sempre incompleti, vulnerabili, esposti e incapaci di difenderci”. Per questo l’intento è quello di muovere, con il linguaggio dell’arte, la vis civica mossa dal bisogno di giustizia e verità.: “il confronto con i più giovani, con le ragazze, con i bambini, figlie e figli che domandano, anche loro e a cui va data almeno la certezza che non ci siamo arresi e che abbiamo bisogno della loro forza, della loro scapestratezza, del loro coraggio”.

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