31 anni fa la Strage di Pizzolungo. Inaugurato il “Parco della Memoria”

strage pizzolungo unitàUna mamma: Barbara. Due fratellini, gemelli, suoi figli: Giuseppe e Salvatore. È tardi, bisogna andare a scuola. La strada, un’auto, il sorpasso, un boato.
Quella mattina del 2 aprile 1985, muoiono, uccisi dalla mafia, Barbara Rizzo e i suoi due bambini, Giuseppe e Salvatore Asta, di 6 anni.
L’obiettivo era un altro, il sostituto procuratore della Repubblica di Trapani, Carlo Palermo. Era da poco uscito da casa e si stava dirigendo come ogni giorno in tribunale. Un percorso obbligato e per questo pericoloso. Facile per la mafia preparare un attentato.
Talmente facile che evidentemente non ci si poteva fermare davanti a delle vittime innocenti.
L’auto del giudice sorpassa quella guidata da Barbara Rizzo. L’utilitaria si viene a trovare così tra la blindata e l’autobomba, che viene fatta esplodere comunque, nella convinzione che sarebbe saltata in aria anche l’auto del magistrato. Invece, si viene a creare un effetto scudo che lascia il giudice e gli uomini della scorta soltanto feriti. I morti sono altri: una mamma e due bambini col futuro davanti.
A ricordare la strage, sul luogo dell’attentato, c’è una stele raffigurante mamma Barbara e i suoi figlioletti. Vi si legge: «Rassegnati alla morte non all’ingiustizia le vittime del 2-4-1985 attendono il riscatto dei siciliani dal servaggio della mafia. Barbara, Giuseppe e Salvatore Asta». Da oggi, ci sarà anche il “Parco della Memoria e della Coscienza civile”.

Marco Amico

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