Polo San Rocco, sabato finissage della mostra di Roberto D’Alia

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Sabato prossimo, alle ore 18.30, presso il Polo Museale “San Rocco” di Trapani, si concluderà la mostra “Numero idoneo di profeti minori” di Paolo Roberto D’Alia. Si tratta di una grande e originale installazione, fatta di giacche di vario tipo, in dialogo tra loro mediante un sistema di carrucole che al movimento di una provoca lo spostamento delle altre.

Ogni gruppo di giacche, com’è proprio dell’abito, si fa portatore di un ruolo, di una funzione precisa dentro i meccanismi sociali che vengono rappresentati, evocando l’omologazione sociale in cui il bilanciamento dei ruoli si gioca sempre all’interno dello stesso cerchio, da cui si può solo o restare esclusi o rimanere intrappolati.

Troveremo in un angolo delle giacche militari, posizionate in modo da ricordare una fucilazione; in un altro, invece, dal tetto penzolano sagome difformi, impossibili, oppure giacche indossabili come un giubbotto di salvataggio: ma rappresentano una salvezza oppure una maschera?
È la possibilità di interagire con le opere il punto forte dell’istallazione: basta avvicinare a sé uno di questi “fantocci” che se ne muove un altro, come scrivevamo. Un modo per dire che a una azione corrisponde una reazione, che tutto è legato da un filo – tangibile o meno – e che ogni passo ha delle conseguenze più o meno evidenti.
L’esposizione offre, dunque, la possibilità di soffermarci a indagare la condizione umana, ma anche di compiere un viaggio introspettivo sulla nostra condizione, del modo di vedere cose e persone, degli effetti di concezioni e azioni. I visitatori che parteciperanno al Finissage riceveranno il catalogo della mostra.

Ci auguriamo che  i visitatori sappiano  togliersi la giacca di ogni ipocrisia,  a  costo di patire
il freddo dell’incomprensione
Don Liborio Palmeri, delegato vescovile per la Cultura, le Arti e la Ricerca

Il Polo San Rocco
Lo spazio espositivo del San Rocco, aperto al pubblico circa un anno fa, ha intrapreso un serio confronto con le espressioni dell’arte contemporanea, favorendo la sperimentazione dei giovani e l’approfondimento di artisti già affermati.
La peculiarità del luogo (chiesa fino all’Ottocento, poi Poste Provinciali, Ufficio di igiene e profilassi in seguito al bombardamento bellico, infine Centro per la Ricerca, le Arti e il Dialogo culturale) si presta, infatti, ad un ruolo originale che pur restando al di fuori del sistema dell’arte rimane in profondo dialogo con esso, offrendo agli artisti la possibilità di uno sviluppo della propria vicenda intellettuale ed artistica.

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