Omicidio Mirachi, nuove accuse per il presunto assassino

Nicolò Girgenti, l’uomo accusato di essere l’autore dell’omicidio del maresciallo Silvio Mirarchi, è stato raggiunto da una nuova informazione di garanzia con la quale si contesta una nuova accusa. Girgenti, arrestato il 22 giugno scorso, si trova ora ristretto presso il carcere “San Giuliano” di Trapani.
Le nuove indagini svolte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e dal RIS di Messina, coordinati dalla Procura della Repubblica di Marsala, hanno portato a ipotizzare un nuovo reato: il tentato omicidio del Carabiniere che si trovava insieme a Mirarchi la tragica sera del 31 maggio scorso.
Gli accertamenti balistici condotti dal RIS, infatti, hanno dimostrato che l’indagato sparò ad altezza d’uomo e che il militare era “rimasto illeso solo grazie al repentino movimento con cui si era messo al riparo”.
Il RIS ha poi dimostrato che le specifiche tracce rinvenute grazie all’esame del cosiddetto “Stub” – un tampone per rilevare eventuali particelle di polvere da sparo – sono riconducibili “solo ed esclusivamente allo sparo di armi da fuoco” e non possono essere “in alcun modo dovute alla contaminazione da concimi e fertilizzanti usati per lo svolgimento della sua professione di vivaista”.
Ma le nuove accuse mosse al Girgenti sono anche altre. La prima è quella dell’aver commesso il fatto nei confronti di un pubblico ufficiale. Mirarchi e il collega, infatti, poco prima dell’esplosione dei colpi di pistola si erano qualificati e avevano intimato l’alt.
La seconda aggravante è di aver commesso il reato per assicurarsi l’impunità da un altro reato – scoperto dai due militari –, ovvero il furto di piante di marjuana dalle serre di contrada Ventrischi.