Il Polo Universitario di Trapani rischia la soppressione?

“Dottore, che notizie mi da? Ho speranze?”
Queste domande, spesso, vengono poste all’interno di ospedali quando si è coscienti della precarietà della propria situazione, delle incertezze sul proprio futuro, della vita che, come sabbia, ci sfugge inevitabilmente dalle mani.
Quesiti simili, da qualche giorno, vengono posti all’interno del Polo Universitario di Trapani.
L’interrogativo “Quanto tempo mi resta?” risuona nelle nostre menti confuse ed incerte dinnanzi ad un frammentato domani (già ampiamente ricco di incertezze, dovute ad un contesto congiunturale socio-economico affatto roseo), possibile vittima di scelte amministrative che potrebbero vedere, a breve, la soppressione di una Istituzione fondamentale per tutta la provincia di Trapani e per la sopravvivenza di queste terre.
Molti di voi si chiederanno quale sia il problema, quale l’utilità ricavabile dall’avere l’Università a Trapani e perché dovremmo ribellarci e combattere per difendere questo Polo.
L’attuale Commissario Straordinario della “Provincia” (la chiameremo con il suo vecchio nome, per rendere più chiaro il riferimento), già socia di maggioranza del Consorzio Universitario, ha deciso di recedere dalla partecipazione a questo. La scelta è in controtendenza rispetto a quanto fatto dagli altri Commissari delle Province in cui sono presenti le Istituzioni universitarie e dettata da ragioni che non conosciamo e di cui ci sfugge il senso. Forse l’Università a Trapani vale meno che nelle altre Province? Sappiamo soltanto che il Consorzio trapanese aveva un bilancio sano, colpito a morte da una scelta improvvida e nemica del territorio e delle sue istanze.
A prescindere dall’interesse circoscritto al punto di vista degli studenti che scelgono Trapani per diversi motivi (siano essi di natura economico-familiare, di vicinanza territoriale alla propria terra natia o di scelta dettata da un eccellente percorso formativo offerto) e che a Trapani vorrebbero laurearsi, il problema tocca le corde di tutti i trapanesi che si vedrebbero privati di un bene di inestimabile valore.
È una questione di Politica Territoriale quella che stiamo affrontando posto che, dal punto di vista economico, i benefici che si potrebbero ottenere dalla permanenza dell’Università non sono di scarsa importanza: rivalutazione del territorio, creazione di nuovi posti di lavoro dinnanzi ad una maggiore richiesta di servizi e di fruitori, sfruttamento delle risorse offerte da una perla al centro del Mediterraneo. Un vero e proprio circolo virtuoso.
È un problema che interessa tutta la cittadinanza, perché un’amministrazione che non finanzia la cultura, che non scommette sulle potenzialità del proprio territorio è un’amministrazione che non desidera veder crescere, vedere affermare in diversi ambiti, veder splendere il territorio di cui è responsabile. Un’amministrazione che non finanzia la cultura è un’amministrazione che non finanzia la propria terra, che non scommette sui vostri figli, che non investe sul vostro futuro. Perché è del futuro di ognuno di voi che si sta parlando, a prescindere dal vostro essere studenti o genitori di studenti. È del futuro di ogni trapanese, di città o di provincia, che si sta parlando.
Ed oggi, noi non vi chiediamo di combattere per noi universitari.
Vi chiediamo di combattere con noi cittadini.

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