Un’opera d’arte… nella fontana il Tritone

Un’opera d’arte… nella fontana il Tritone
Chi, trapanese o no, non si è fatto scattare o ha scattato una foto alla fontana del Tritone? L’opera d’arte è sita tra via Spalti e via Mazzini, sulla Piazza Vittorio Emanuele II. Un vero e proprio spartiacque tra la parte antica della città e quella di più recente costruzione. La fontana del Tritone è stata realizzata nel 1890 in memoria della fabbricazione dell’acquedotto “Dammusi”, al centro di essa c’è una pregevole scultura in bronzo, rappresentante una tradizionale scena mitologica, realizzata dal nostro concittadino pittore e scultore, Domenico Li Muli. Tutt’intorno trovano spazio delle aiuole e delle palme.
Ecco una nota biografica dell’artista Li Muli, pubblicata lo scorso anno in uno speciale del nostro settimanale cartaceo:

«Li Muli nasce a Trapani per puro caso. È l´8 luglio del 1902. Motivi di lavoro, infatti, avevano costretto la sua famiglia a trasferirsi da Palermo, e mai i genitori avrebbero potuto pensare che il loro infante non solo non si sarebbe più allontanato dalla città natale, ma le avrebbe addirittura dato lustro col suo estro artistico.
Frequentò dapprima il Liceo Classico “Leonardo Ximenes”, poi, con l’affermarsi in lui della passione per l’arte, si trasferì al Liceo Artistico. Nonostante gli avessero permesso di cambiare istituto superiore, i suoi genitori non vedevano di buon occhio le sue scelte, tanto che quando il giovane Domenico dipinse il suo primo quadro il padre glielo distrusse. Anche dopo il diploma continuarono ad osteggiarlo, volendo che frequentasse la facoltà di medicina, ma dovettero poi cedere alla sua ferma volontà di proseguire gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo.
Nel 1930 realizza la sua prima opera scultorea: il “Monumento ai Caduti di Ventimiglia di Sicilia”. Fu l’inizio di una carriera che vide pregevoli e importanti realizzazioni, tra cui le statue in marmo della chiesa Madre di Marsala, i bronzi della Basilica dell’Annunziata di Trapani, il monumento dedicato alla vittime della strage di Pizzolungo .
Presto diventa professore, insegnando disegno alla scuola media “Livio Bassi” e storia dell’arte ai licei “Ximenes” e “V. Fardella”.
Nel 1943, a seguito dei bombardamenti, il gruppo scultoreo dei Misteri “La sollevazione della Croce” viene distrutto, e Li Muli incaricato di ricostruirlo. Il Maestro vuole però abbandonare i canoni tradizionali e optare per una nuova veste originale, innovativa, per quello che secondo il Canonico Fortunato Mondello fu realizzato “non mica da un artista ma piuttosto da un dilettante che non abbia alcun pregio d´arte”. Intanto, nel 1947, fonda l’Associazione Amici della Musica (costituitasi giuridicamente il 13 settembre 1950), la più antica istituzione concertistica della provincia. Nel 1951 vengono ultimati i lavori al nuovo Mistero, così esso torna far parte della processione: Li Muli vi aggiunge un soldato romano al posto del tribuno e di un servo. Nasce un’inaspettata diatriba tra l’artista e la cittadinanza trapanese: il nuovo Gruppo, sicuramente valido dal punto di vista artistico, non piace però alla comunità perché stilisticamente diverso dagli altri complessi dei Misteri. Risulta quindi necessario rifarlo da capo, ma Li Muli, nonostante la delusione, non si perde d’animo. A tal proposito, Agostino Occhipinti nelle sue memorie scrive: “[…]Nella seconda ricostruzione della Sollevazione, il suo autore, il Prof.Domenico Li Muli adirato perché il primo non era piaciuto, la realizzò con poca voglia convinto come era che la prima opera era di ottima fattura artistica (e io sono d´accordo). Tanto era scocciato che nel realizzare l´ultimo personaggio (il giudeo), prese un paio di suoi vecchi calzoni e modellandoli con la colla ne fece i pantaloni, lo stesso per la giacca che altro non è che il suo camice di lavoro. Solo la sua genialità poteva arrivare a pensare una soluzione così semplice”.
Frattanto il Comune di Trapani gli commissiona la realizzazione di un gruppo statuario per abbellire Piazza Vittorio Emanuele. Le casse del Comune sono vuote, ma Li Muli decide di realizzare la sua opera gratuitamente, già pago di poter offrire all’amata città il frutto del suo genio. Nasce così la Fontana del Tritone, e chissà cosa avremmo oggi al suo posto se il maestro si fosse rifiutato, stizzito, di sobbarcarsi un lavoro così impegnativo a titolo gratuito! La statua, realizzata in cemento armato, fu inaugurata nel 1953. Recentemente, dopo i lavori di restauro pari a circa 34 mila euro finanziati dal Lions Club di Andrea Magaddino, essa è stata restituita alla comunità trapanese. Magaddino aveva dichiarato: “È assolutamente doveroso che le associazioni si mettano a disposizione della collettività, ciascuno in relazione alle proprie disponibilità, risorse e competenze, affinché si salvaguardi il patrimonio artistico e culturale della città”. Il progetto dei lavori è stato elaborato dagli ingegneri Marzio Ingoglia e Annalisa Marceca, mentre il restauro, guidato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani, è stato eseguito da Diego Aiello e Mariarita Morfino, quest’ultima già più volte ottimamente intervenuta sul gruppo dei Misteri “La Spartenza”. L’impianto idrico e di illuminazione stato riqualificato, le scritte vandaliche sono state rimosse, il fondo della fontana è stato rifatto con l’utilizzo di una malta idonea, l’erbaccia attecchita negli anni è stata asportata, portando alla luce particolari anatomici del complesso dimenticati o ignoti ai più.
Intanto, finalmente, in occasione della processione del 1956, Li Muli può presentare la nuova opera, con la ricomparsa della figura del tribuno, di un soldato e di sue servi, uno dei quali raddrizza la croce con le corde. Accettata dai trapanesi, entra così a far parte definitivamente della Sacra rappresentazione del Venerdì Santo. Il gruppo “rifiutato” verrà ingiustamente abbandonato per molti anni nelle navate della Chiesa del Collegio, prima di essere restaurato negli anni 2000 in un “laboratorio aperto” e sistemato proprio nella galleria d’arte di Palazzo Riccio di Morana – sede della Presidenza della Provincia Regionale di Trapani –, che la città, in occasione dei suoi cento anni d’età, avrebbe intitolato proprio a Li Muli. Oggi l’opera è esposta in via San Francesco d´Assisi, a pochi passi dalla chiesa del Purgatorio, nei locali dell’ex carcere della Vicaria.
Realizza varie opere, alcune facenti parte di collezioni private presso facoltose famiglie trapanesi o collocate al Museo Agostino Pepoli; dipinge e sperimenta nuove tecniche. Dona all’Amministrazione Provinciale circa 70 suoi lavori, fra disegni e acquarelli.
Il 2 aprile del 1985 Cosa Nostra pianifica un attentato in danno dell’allora Sostituto Procuratore di Trapani Carlo Palermo, piazzando una bomba sul ciglio della strada di Pizzolungo, dove sarebbe passata la sua auto. Il caso vuole che nel momento della deflagrazione, un’auto con a bordo una madre e i suoi due bambini, diretti verso la scuola con notevole ritardo, sorpassi quella del Giudice, facendogli da scudo. Sono le 8:35. Quel giorno perdono la vita tre innocenti: Barbara Rizzo Asta e i gemellini Giuseppe e Salvatore. Li Muli viene successivamente incaricato di realizzare un busto che commemori le vittime della strage. Quest’ultimo, realizzato nel 1988, rappresenta l’ultima fatica artistica del Maestro.
Li Muli trascorse gli ultimi anni della sua vita presso l´istituto geriatrico “Serraino Vulpitta” di Trapani, dove si diletta nel gioco degli scacchi, altra grande passione, e qui muore, a 101 anni, l’8 marzo 2003».

Francesco Catania

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