Inquinamento, il sindaco di Erice chiede al prefetto incontro urgente con rappresentanti della Regione
Il sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, ha scritto al prefetto di Trapani, Leopoldo Falco, per chiedere la convocazione con urgenza di un tavolo tecnico con rappresentanti del governo regionale, vista l’emergenza inquinamento di località Raganzili, nella frazione di Casa Santa.
Lì, infatti, “sin dallo scorso fine mese di ottobre 2015, permane una ‘preannunciata’ grave emergenza igienico-sanitaria dovuta ad inquinamento dell’acqua che giunge per il tramite della conduttura (mal) gestita, ed ormai assolutamente fatiscente, dall’EAS (Ente Acquedotti Siciliano, ndr) per la distribuzione nelle case dei cittadini”.
Considerato questo rischio, il primo cittadino si è visto “costretto ad emanare ulteriore Ordinanza Sindacale, per vietare l’utilizzo dell’acqua per il consumo umano e, al contempo, continuare i lavori di sezionamento alla condotta idrica cittadina, sempre in via sostitutiva rispetto ad EAS che ne avrebbe invece la gestione e manutenzione, per delimitare l’ambito urbano onde individuare l’inconveniente sostituendo il tratto di condotta interessato” Nonostante gli interventi già realizzati, però, a detta del sindaco il rischio rimane, tanto da far convocare lo scorso 28 dicembre le amministrazioni condominiali interessate, il rappresentante della Protezione Civile regionale nonché il rappresentante dell’EAS Reparto di Trapani, al fine di approfondire la problematica.
L’ingegnere Roberto D’Asaro, delegato dal Commissario regionale EAS, in quella sede, “ribadiva l’impossibilità gestionale della manutenzione ordinaria della rete idrica comunale da parte dell’EAS in liquidazione, dichiarando di non poter assicurare alcun supporto economico e dunque operativo nella ricerca della causa d’inquinamento, ancor meno la disponibilità di autobotti per servire l’utenza contrattualizzata”.
Il sindaco sottolinea, “che ad Erice esiste una condizione di gravità strutturale del sistema idrico ericino tale da aver fatto dichiarare al Governo regionale lo Stato di calamità naturale per la fatiscente rete cittadina”. Inoltre, “con relazione tecnica acquisita nell’ambito di un procedimento per accertamento tecnico preventivo azionato dinanzi il Tribunale di Trapani, il perito nominato d’ufficio rispondeva che, al fine di evitare le carenze strutturali, perdite e cause di inquinamento – causate dalla mala gestio EAS e dall’acqua del dissalatore regionale di Nubia – sarebbe indefettibile il rifacimento almeno di quella parte della rete idrica maggiormente ammalorata che coincide con il quartiere di Casa Santa e frazione di Pizzolungo”.
“Nonostante il progetto presentato dal Comune di Erice – conclude Tranchida – ai competenti uffici regionali, diversi incontri con i rappresentanti del Governo Regione e del Dipartimento regionale Acque, ad oggi non è stato possibile ottenere alcun finanziamento, né alcuna certezza o impegno che dir si voglia, ad intervenire definitivamente per il rifacimento della rete”. Il risultato che ne consegue ha portato a una situazione definita “davvero insostenibile”.
“Non v’è dubbio che siamo di fronte a irresponsabili e dolose inerzie, rispetto alle quali si procederà anche in separata sede invocando giustizia”.
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