Un libro per celebrare “Cento anni di storia del Museo Pepoli”
Sabato pomeriggio alle 17,30, nei locali del Museo regionale “Agostino Pepoli” verrà presentato al pubblico il volume “Museo Pepoli. Cento anni di storia”. Interverranno l’architetto Luigi Biondo, Lina Novara, Guido Meli. Il volume, edito dall’Associazione Amici del Museo Pepoli, corredato di un ricco apparato illustrativo di foto d’epoca, ripercorre la storia del prestigioso Istituto museale che corre di pari passo con la storia di Trapani.
Il Museo nasce nel 1909, grazie alla volontà del conte Agostino Sieri Pepoli di donare una parte delle proprie collezioni “di antichità e d’arte” alla sua città natale. Il conte, uomo colto e illuminato, al passo con i tempi, considerava il museo un luogo privilegiato di conoscenza e istruzione, non riservato a pochi studiosi, ma aperto alla collettività, da offrire alla fruizione del pubblico per educarne il gusto.
L’edificio individuato quale sede del Museo fu l’ex convento dei Padri Carmelitani, divenuto di proprietà comunale a seguito della soppressione degli ordini religiosi decretata dal governo italiano nel 1866. Il Pepoli finanziò i lavori di restauro del fabbricato ed istituì una rendita di tremila lire annue, grazie alla quale nel 1909 l’Istituto poté essere eretto ad Ente Morale. Venivano così riunite nel nuovo edificio museale, oltre alle collezioni del conte, le opere provenienti dalle soppresse corporazioni religiose cittadine e la Pinacoteca Fardelliana, fondata nel 1836 dal generale Giovan Battista Fardella. Nell’agosto del 1925, per il prestigio e l’importanza delle sue collezioni, l’Istituto venne nazionalizzato, divenendo Regio Museo; nel 1977, con la regionalizzazione dei beni culturali prevista dallo Statuto speciale della Regione Siciliana, diventò Museo Regionale. L’odierno assetto espositivo del Museo, risalente al 1965, si deve all’opera di Vincenzo Scuderi, che, in qualità di direttore, provvide al lavoro di riordinamento, studio e selezione delle opere, affiancato dall’architetto Franco Minissi, che progettò il nuovo allestimento. Negli anni ’80 e ‘90 il Museo ha ospitato importanti mostre temporanee (“L’Arte del corallo in Sicilia”, “Ori e Argenti di Sicilia”, “Il Tesoro nascosto”), miranti alla valorizzazione del fiorente artigianato artistico trapanese, che produsse autentici capolavori nel campo della lavorazione del corallo, dell’argenteria e oreficeria, della maiolica, della scultura in legno, tela e colla. In anni più recenti, sotto la direzione di Maria Luisa Famà, il Museo ha subito un parziale rinnovamento del percorso espositivo, che ha interessato in particolare la sezione storico-risorgimentale e la sezione dedicata alla scultura.