La Vita…uno spettacolo (Complesso monumentale S.Pietro), rassegna organizzata dalla Compagnia teatrale Sipario

Rassegna La Vita: che spettacolo, quella che ci è sembrata sfuggire, perdere in questo triste periodo di pandemia. La Vita , bella, enigmatica, fuggente, misteriosa, imprevedibile, a volte tragica, a volte paradisiaca, un grande involucro che racchiude infinite emozioni, questo grande mistero, questo miracolo che va avanti, nonostante tutto, che RIPARTE e si trasforma in ogni secondo. 5 proposte innovative, coinvolgenti, variegate, di prestigio che coinvolgeranno il pubblico di ogni fascia di età.  Una rassegna organizzata dalla Compagnia teatrale Sipario con la direzione artistica di Vito Scarpitta e Enza Giacalone.

ASSOCIAZIONE ABILMENTE UNITI PROGETTO MADRES

Opera Teatrale MATER-MATRI di Giacomo Bonagiuso

Nasce a Mazara del Vallo, in Sicilia Occidentale, il progetto “Madres”. Un progetto che vuole unire, in un laboratorio di scrittura e poi di rappresentazione teatrale, le donne che condividono in famiglia una esperienza di disabilità.

Il progetto Madres nasce dall’esigenza di un gruppo di donne di raccontare la propria vita, le proprie emozioni, il proprio vissuto, alla luce dei “sì” e dei “no” ricevuti nel corso della propria esperienza di maternità. Una maternità che si è rivelata fragile ma intensa, abitata dalla diversabilità, e da una vita di lotte per l’ottenimento e il riconoscimento di stati di diritto. Una lotta familiare talvolta, sociale spesso, politica purtroppo e culturale sempre, che ancora oggi è fatta da una più consapevole lotta al senso di colpa, all’abbandono e alla solitudine.

L’opera teatrale Mater-Matri di Giacomo Bonagiuso ha come finalità quella di sensibilizzare la pubblica opinione sulle criticità che sono connesse in tema di diritti e servizi con la gestione dei diversamente abili e delle loro priorità.

La cosiddetta normalità di chi vive a contatto con i portatori di un handicap grave o gravissimo risulta trasformata totalmente, e questo spettacolo comunica al pubblico questa situazione.

Le donne del Progetto Madres non credono di essere speciali, ma sono certe che il racconto della loro esperienza di vita possa essere d’aiuto a chiunque nella società si trovasse a dover lottare contro indifferenza e la cronica carenza di risorse o di sensibilità o di attenzione; a chiunque venisse considerato portatore di un “problema”, e non di una dignità.

MATER-MATRI non è una storia straordinaria, ma una storia di quotidiana passione, amore, sconforto, sorriso, energia, consapevolezza, stanchezza, disperazione, speranza, lotta, sacrificio e vita. Sono le nostre storie di madri che non hanno “un problema”, come spesso ci viene detto. Hanno dei figli. E i figli non sono problemi. Sono figli, almeno per le madri. Sono persone che noi madri abbiamo voluto con tutta la forza che solo una madre può avere, e che necessitano della nostra abnegazione.

Madres vuole subito andare al sodo, al punto della questione. Non siamo soddisfatte del racconto che viene fatto riguardo a noi, donne, madri, sorelle, che abbiamo in famiglia un ragazzo o una ragazza diversamente abile. Spesso sono racconti pieni di retorica, o peggio ancora di pietismo. Per questo abbiamo deciso di metterci in gioco e di invitare chiunque se la senta, a farlo. Lo strumento che abbiamo scelto è il teatro, un teatro vivo, forte, diretto, senza mezzi termini, che ci consenta di raccontare innanzitutto le nostre storie.

No, non basta la commozione a dare ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze una vita migliore, non basta la commiserazione: serve la consapevolezza di una intera società. Per questo vogliamo buttare via ogni pudore e raccontare le nostre storie: proprio perché sappiamo benissimo che le nostre non sono più storie delle altre.

Non sono storie straordinarie, ma sono storie di quotidiana passione, amore, sconforto, sorriso, energia, consapevolezza, stanchezza, disperazione, speranza, lotta, sacrificio e vita. Sono le nostre storie di madri che non hanno “un problema”, come spesso ci viene detto. Hanno dei figli. E i figli non sono problemi. Sono figli, almeno per le madri. Sono persone che noi madri abbiamo voluto con tutta la forza che solo una madre può avere, e che necessitano della nostra abnegazione.

Madres vuole provare a “girare” le telecamere dell’attenzione, della pubblica opinione, e raccontarvi questa storia a partire da noi, dalle nostre vite quotidiane, niente affatto straordinarie, ma piene di voglia di vivere, di farcela.

A coordinare le attività teatrali è stato chiamato Giacomo Bonagiuso, scrittore e regista, che ha fatto del teatro sociale e di ricerca la stella polare della sua carriera, dopo l’ascolto individuale delle nostre storie ha redatto il copione MATER-MATRI e sotto la sua regia le madre del progetto Madres stanno dando vita ad un spettacolo unico.

 Chi mi manca sei tu, spettacolo su Rino Gaetano con Marco Morandi

In scena Claudia Campagnola veste i panni di una groupie di Rino Gaetano che racconta la sua esperienza vissuta accanto al cantautore.
Le groupie erano delle giovani fans che negli anni ‘60 e ‘70, oltre ad amare particolarmente la musica di determinati cantanti, li seguivano nei loro tour, attratte dal loro carisma, diventandone infatuate sostenitrici e intime amiche. Cumiana (Torino) – Attraverso i racconti della protagonista, scopriamo la vita di uno dei cantautori italiani più amati e discussi, che ha lasciato un patrimonio di canzoni che colpiscono ancora oggi, a distanza di più di 30 anni, per la loro modernità musicale e testuale. Cumiana (Torino) – Marco Morandi, figlio di Gianni Morandi, interpreterà le più belle canzoni di Rino Gaetano, accompagnato da un fenomenale trio di musicisti: Giorgio Amendolara (piano e tastiere), Menotti Minervini (basso) Umberto Vitiello (batteria e percussioni), che suoneranno dal vivo. Tante le canzoni che saranno interpretate come “Tu..forse non essenzialmente tu”, “ Cogli la mia rosa d’amore”, “ Aida”, “Sfiorivano le viole”, “ Spendi, spandi, effendi”, “ Sfiorivano le viole”, “Escluso il cane”, “E cantava la canzone”, “Sei ottavi”, “Mio fratello è figlio unico”, “Gianna”, ”Ahi Maria” “Berta filava”; ”Nuntereggae più”,“Ma il cielo è sempre più blu”, “A mano a mano”. Alcuni dei musicisti sul palco fanno parte del gruppo I RinoMinati, di cui Marco Morandi è la voce: insieme portano in giro per l’Italia la musica e le parole del cantautore calabrese, celebre ancora oggi per le sue tante canzoni di successo, la sua voce ruvida, i suoi testi ironici, volti alla denuncia sociale. Sul palco Marco interagirà con Claudia, facendo rivivere dei momenti salienti della vita del tanto amato e compianto cantautore.

Con: Claudia Campagnola e Marco Morandi
Musicisti: Giorgio Amendolara, Menotti Minervini e Umberto Vitiello
Diretto da: Toni Fornari

I 4 GUSTI

Quartetto comico palermitano composto da Danilo Lo Cicero, Giuseppe Stancampiano, Domenico Fazio e Totò Ferraro, esordiscono nel 2011 con “Zelig Lab on the road”. Superato il provino di ammissione, entrano a far parte del cast del Laboratorio di Zelig di Verona. Seguiti da uno degli autori della trasmissione Mediaset, Marco Del Conte, affiancato da Cristian Calabrese, comico veronese già nella squadra di Zelig, I 4 gusti partecipano anche più volte anche al Laboratorio artistico di Zelig a Milano. A novembre del 2011, il gruppo debutta al teatro Crystal di Palermo con uno spettacolo “I 4 gusti show” che riscuote grande successo di pubblico e critica, registrando il tutto esaurito. Nel 2012, conquistano il secondo posto al “LoComix”, il Festival della Repubblica di San Marino per Comici Emergenti, recitano nel film di Andrea Castoldi “Te lo leggo in faccia”, special guest nella serie web“Young love hearts” in cui interpretano una sbadata banda di malviventi, e mettono in scena al Don Orione di Palermo lo spettacolo “I 4gusti per tutti i gusti”, insieme a Christie Peruso, Salvo Spoto, Lidia Pastorello e Roberto Pizzo. Nel 2013, partecipano per il secondo anno consecutivo al “LoComix”, facendo l’en plein. Si aggiudicano infatti i tre premi messi in palio dal concorso: Premio Ridens, Premio della critica e Premio del pubblico.Vincono anche il Festival nazionale di Cabaret “Facce da bronzi” tenutosi ad agosto dello stesso anno a Reggio Calabria. Arrivano in finale al Festival di Grottammare “Cabaret amore mio”, conquistano il secondo posto. Partecipano anche a “TAAAC”, il laboratorio comico del Palab di Palermo. Nel 2014, vincono il Premio della critica al Festival nazionale “Faenza Cabaret” e arrivano in finale al festival‐concorso “BravoGrazie” in cui si sfidano i vincitori di altri concorsi di cabaret. Partecipano al laboratorio del teatro palermitano Al Convento Cabaret, ideando e proponendo al pubblico sempre nuovi sketch.

Oggi sono dei comici di Made in sud su Rai 2 e interpreti del Fim “UN PUGNO DI AMICI”. Propongono uno spettacolo comico che parla e coinvolge la gente comune e da speranza di una nuova Vita, fatta di sorrisi e di buon umore. Una sana risata ti aiuta a vivere meglio e ti allunga la vita. Dopo questo triste periodo ripartiamo ridendo.

Attività organizzativa – gestionale (descrizione degli aspetti logistico/organizzativi e degli adempimenti normativi necessari)

TEDESCHI

“L’uomo che amava le donne”: da #Truffaut a #Tedeschi in scena le sfumature dell’universo femminile

Il capolavoro di Truffaut, “L’homme qui aimait les femmes”, rivive con passione e ironia nell’omonimo spettacolo di Corrado Tedeschi (in scena al Teatro Parenti di Milano dall’8 al 18 ottobre), richiamando la figura di Bertrande Morane, un ingegnere esperto di meccanica, protagonista del film del regista francese, il quale sceglie di dedicare la sua vita all’amore infinito che prova verso le donne. Filo conduttore dello spettacolo è la scoperta che la donna ama in un modo molto più universale rispetto all’uomo. Di conseguenza, non è difficile innamorarsi di una donna, è difficile amarla.“Non drammatizziamo… è solo questione di corna”. Spesso ci si lamenta di quanto le traduzioni italiane lascino a desiderare, ma in questo caso la scelta di un titolo – diverso e distante dall’originale – di un altro dei celebri film di François Truffaut ci permette un commento ironico, magari irrispettoso, su quello che accade ne “L’uomo che amava le donne”. Che non è solo una canzone di Nina Zilli, ma prima di tutto una pellicola del noto regista francese, a cui si ispira l’omonima pièce teatrale.Nel film, l’irrefrenabile rubacuori è quel Bertrande Morane ai cui funerali partecipano le donne sedotte in vita e abbandonate dopo la conquista, che addolorate gli rendono omaggio presentandosi una dopo l’altra sulla sua tomba. Una scena madre che, in toni ben più dissacranti, è riproposta anche da Corrado Tedeschi il quale sceglie di vestire i panni del seduttore di Truffaut, in modo personale e per questo originale, ‘sporcando’ il personaggio con la ben nota ironia e i modi eleganti che gli sono propri e gigioneggiando quel tanto che basta per parlare di uno di quei temi universali, talmente appassionante da popolare le discussioni da qui all’infinito: l’amore e la sua ricerca per inseguire la felicità. Accompagnato da due donne sul palco, una pianista e un’attrice, Tedeschi spazia con nonchalance dal cinema francese a quello d’oltreoceano, mostrando spezzoni di film che dice di aver amato ma che soprattutto descrivono l’amore per quello che dovrebbe essere: tra le varie cose, anche attesa, trepidazione, batticuore. Quel tamburello prepotente ma testardo, che forse non sentiamo più perché non siamo in grado di ascoltare. Le donne verrebbe da dire – si, certo – ma anche noi stessi, troppi presi in corse contro il tempo e frettolosi di consumare il sentimento qui e subito. Interessante esperimento, anche se riuscito solo a metà, quello di coinvolgere il pubblico sollecitando una partecipazione attiva allo spettacolo, probabilmente pensato come uno one-man-show ma che ha comunque il pregio di fare una rapida incursione nella letteratura, non solo francese (impossibile resistere alle parole di “Questo nostro amore” di Jacques Prévert) ma anche nostrana, con tanto di declamazione di alcuni versi di Alda Merini: la differenza tra le donne e le donne-donne, rimandata all’omonima poesia, è forse uno dei momenti più toccanti e armoniosi della serata. Spiritosi e ‘normalmente’ divertenti lo sketch con Nastassia Calia, nei panni di un’irreprensibile ma estremamente affascinante ispettrice del fisco francese, e la simulazione di una delle scene clou del Cyrano de Bergerac, con due attori improvvisati pescati tra il pubblico e Tedeschi nei panni del celebre guascone, che si diverte a suggerire le battute in un italiano desueto e volutamente pronunciato in modo veloce, per creare scompiglio e ilarità, seguendo gli schemi di una ironia garbata ma spesso accantonata da altri intrattenitori a lui contemporanei.

 DALILA PACE

VITO SCARPITTA

(Compagnia teatrale sipario)

Adamo ed Eva, peccato sia “originale”

Un originale percorso sulla vita, sull’inizio di quest’ultima, su tutte le volte che ci è sembrata finire, perderla, per poi ritrovarla misteriosa e bella come non mai. La vita, è fidarci dei nostri sentimenti, affrontare difficoltà e rischi, trovare la felicità, valorizzare i ricordi ed imparare dal passato e dai momenti bui. La vita è il miracolo del soffione, quel minuscolo fiore selvatico che cresce ostinato tra le pieghe dell’asfalto e nonostante mille difficoltà riesce a germogliare e diventare fiore. Come nasce e quando nasce questa vita?

E qui, dopo un momento serio e riflessivo, accompagnato da tante canzoni con strumentisti dal vivo, ad un certo punto entrano in scena le versioni letteralmente opposte dei due protagonisti che fra gag battute e doppi sensi trascineranno il pubblico in un vortice di risate ed emozioni. La verve di Vito Scarpitta attore marsalese con 36 anni di teatro e recentemente premiato fra le tre eccellenze siciliane per chiariti meriti culturali e l’impegno artistico letterario, l’esilarante simpatia di Dalila Pace artista di Sicilia cabaret, le straordinarie voci di Claudia Scire’ (attrice, cantante professionista) e Francesco di Bernardo, insieme a tutto il cast della Sipario e dei maestri; Natale Montalto (fisarmonica), Gio’ Ingrassia (pianoforte) e Salvo Lo Grasso (chitarra).

Un treno di emozioni e di vita….salite su e ripartiamo insi3me.

 

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