PRG di Erice, la via più comoda e meno responsabile
In tempi in cui l’antipolitica imperversa dappertutto eil clima di sfiducia verso le istituzioni democratiche è sempre più palpabile nella mente dei cittadini, un’occasione per restituire il primato delle scelte anche nelle più piccole entità pubbliche, quali il Consiglio Comunale, può essere fornita dall’approvazione di varianti del Piani Regolatori.
L’argomento è quello che dovrebbe attirare attorno a sé le attenzioni ed il desiderio di esprimersi di quanti hanno a cuore le sorti del contesto in cui si vive, la programmazione socio-territoriale chesi voglia predisporre per le generazioni attuali e future.
Ad Erice, da qualche tempo a questa parte una, purtroppo, sparuta compagine di consiglieri aveva pensato e ritenuto giusto che a pianificare quello che sarà da qui a poco del nostro territorio potessero in qualche maniera contribuire i diretti rappresentanti degli elettori, anziché un commissario inviato dalla Regione Sicilia, magari proveniente da contesti e realtà lontane dalla nostra città con misconoscenza di luoghi e delle reali esigenze della gente che vi abita.
Fu una pia illusione: la variante messa all’ordine del giorno in una sessione di consiglio di qualche mese fa fu subito accantonata in quanto la stragrande maggioranza dei consiglieri si dichiarò incompatibile alla votazione perché proprietaria o parente prossimo di proprietario di immobili concernenti l’atto che si andava a votare (se è così per Erice che ha più di 28.000 abitanti come farebbero tutti quei comuni dove i 1000/2000 abitanti sono tutti parenti? )
Sempre quello sparuto nugolo di consiglieri,però, trovò a quel punto una soluzione alternativa, cioè quella di provare a discutere ed approvare il Piano Regolatore per parti separate, affinché chi per esempio, aveva motivi di incompatibilità per le tavole di Pizzolungo potesse serenamente discutere e votare quelle di Rigaletta o di Napola.
Ma anche questa fu una pia illusione: solo 10 su 20 consiglieri si mostrarono disponibili a cercare di intraprendere questa nuova procedura.
Il Consiglio ha, quindi, nelle sedute successive, dovuto fare i conti con le assenze (in taluni casi, croniche) e gli impegni di turno dei “superstiti”correndosempre il rischio di incappare nella mancanza del numero legale, dato chele incursioni di qualche esponente consigliere socialista maestro del “mordi e fuggi” in aula consiliare non hanno mai contribuito alle votazioni del Piano.
Al di là di quelle che sono le contrapposizioni politiche vi sono degli atti che, considerato il loro alto e importante valore simbolico, oltreché pratico e programmatico, fungono da elemento di distinzione per quelle classi politiche che con senso di responsabilità vogliono fornire risposte ai bisogni della gente.
Oggi Erice ed il suo massimo organo collegiale hanno perso l’occasione per arginare quel processo di “deresponsabilizzazione politica “ che costituisce uno dei mali attuali della politica italiana e che sempre più la allontana dalle aspettative degli elettori.
Ad avviso degli scriventi, Erice merita di più ed è necessario liberarla da queste consuetudini e da certi personaggi politici, noncuranti delle vere esigenze del nostro territorio, ma ancora una volta intenti a conquistare la Vetta con logiche equivoche e a danno della cittadinanza, mortificando di fatto la figura di quei consiglieri che, a prescindere dalla propria collocazione politica, vogliono onorare fino in fondo l’impegno preso con i propri elettori.
F.to Antonio Giuseppe Agliastro F.to Valeria Ciaravino
F.to Salvatore Cusenza F.to Paolo Genco
F.to Antonino Ingrasciotta F.to Giuseppe Martines
F.to Diego Sugamele